Crema, 16 gennaio 2020

Il 17 gennaio è il giorno di S. Antonio abate e, tradizionalmente, della benedizione degli animali. questo rito, anche dalle nostre parti, è molto sentito. Dapprima c'era la benedizione degli animali della fattoria e i preti passavano di cascina in cascina (anche di questi si fa, per esempio, don Lorenzo oggi passa nelle fattorie della parrocchia, ma anche altri parroci lo fanno). Poi si è cominciato a portare gli animali di casa a far benedire in questa giornata. Domani sono in programma messe propiziatorie e benedizioni un po' dappertutto. Noi segnaliamo quella nella chiesa di S. Antonio abate, in via XX Settembre, alle 15 e quella su sagrato della parrocchiale di S. Bernardino, alle 17.

In Italia esiste una vera e propria venerazione per Sant’Antonio Abate (da non confondere con Antonio patrono di Padova): basta passare in rassegna le decine di eventi organizzati in suo onore il 17 gennaio, data della sua morte, dalla Lombardia fino alla Sicilia. Eppure leggendo qualche cenno della sua biografia si scopre che il santo non ha alcun legame con il nostro Paese: Antonio fu un eremita egiziano, vissuto nel IV secolo dopo Cristo, cui si deve l’inizio del cosiddetto “monachesimo cristiano”, ovvero della scelta di passare la vita in solitudine per ricercare una comunione più intensa con Dio. Evidentemente bastò questo “primato” per diffondere il culto in tutta Europa, cui si aggiunsero, nel tempo, molti tratti popolari.

Fin da epoca medievale, Sant’Antonio viene infatti invocato in Occidente come patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori e come protettore degli animali domestici; questo, forse, perché dal maiale gli antoniani (i seguaci di Antonio) ricavavano il grasso per preparare emollienti da spalmare sulle piaghe. Antonio, dice la tradizione, era anche un taumaturgo capace di guarire le malattie più tremende. E poi, c’è la credenza popolare che vuole che il Santo aiuti a trovare le cose perdute. Al nord si dice "Sant'Antoni dala barba bianca fam trua quel che ma manca” e al sud - dove viene spesso chiamato Sant’Antuono, per distinguerlo da Antonio da Padova - "Sant'Antonio di velluto, fammi ritrovare quel che ho perduto”.


Nella foto, la benedizione degli animali a S. Bernardino, lo scorso anno