Crema, 19 settembre 2019

“Non c’è ragione perché il presidente Mirko Signoroni si dimetta. Può restare in carica fino al giudizio d’appello. Quindi, ancora per parecchi mesi”. E’ il parere dell’avvocato Antonino Rizzo che è stato incaricato da Mirko Signoroni di prendere le sue parti. Inoltre, per innescare il procedimento serve un esposto che venga inoltrato alla prefettura, anche se lo stesso prefetto, venuto a conoscenza della situazione, potrebbe agire anche senza esposto. Tuttavia, tra i consiglieri di entrambi gli schieramenti si sta facendo largo l’idea che Signoroni debba dimettersi per poi, magari, ripresentarsi

Questa la situazione il giorno dopo la lettera del segretario generale Maria Rita Nanni che ha scritto a presidente e consiglieri mettendo in luce come Signoroni al momento dell’elezione fosse ancora vice presidente di Ato e non potesse concorrere alla carica di presidente della provincia. La lettera ha innescato un putiferio perché ha messo a nudo un problema grave. Signoroni si è dimesso da vice presidente Ato solo questa settimana, a elezioni vinte e giuramento prestato. Troppo tardi, la legge è perentoria: le dimissioni andavano presentate al momento di candidarsi. Ora, che l’avvocato Rizzo sostenga, giustamente, che si può fare opposizione e restare in carica fino alla sentenza d’appello, è vero, ma con il rischio di vedersi invalidare tutti gli atti firmati in caso di soccombere in giudizio e con tutte le grane che poi ne deriverebbero.

Ma la questione più immediata è quel che pensano i consiglieri di entrambe le fazioni. Scontato che per quelli del centro destra ci debba essere un passo indietro del presidente; meno scontato che anche nel centro sinistra la si pensi in questo modo. E, invece, è proprio così. Non sono pochi gli eletti del centro sinistra che stanno per chiedere a Signoroni il passo indietro.

Altro aspetto della vicenda, il ruolo del segretario generale. La Nanni ha preso per buone le dichiarazioni (in buona fede) di Signoroni al momento della candidatura senza verificare? E quando si è accorta dell’anomalia? Solo dopo a elezioni avvenute. E perché se il 9 settembre scrive a Signoroni che è ineleggibile, sta al suo fianco il 13 quando lui giura da presidente. Non sono pochi quelli che sospettano che il segretario generale Nanni abbia voluto in qualche modo fare una ripicca al presidente, visto che non era stata riconfermata nel suo ruolo. E forse anche per questo la lettera è stata spedita nel suo ultimo giorno di lavoro. In ogni caso, le previsioni di oggi sono che la presidenza Signoroni abbia i giorni contati. Forse non arriva a fine mese.

Nelle foto, Signoroni con il suo sfidante Rosolino Bertoni e l'avvocato Antonio Rizzo