Crema News - Ben 14 sindaci chiedono chiarimenti sulla bocciatura dell'operazione Lgh Crema News

Casale Cremasco, 04 maggio 2018

C’è la Lettera scarlatta eci sono Le lettere da Berlino. Poi quelle mai spedite e quelle invece spedite e mai arrivate. Poi quelle inviate e rimaste senza risposta e quelle recapitate con anni di ritardo. Poi ci sono quelle spedite per Posta elettronica certificata, arrivate in pochi secondi, ma prive di risposta. E più il riscontro del destinatario si fa attendere, più l’irritazione del mittente cresce fino a diventare prima un giramento di coglioni, poi un vortice se intuisce che l’attesa è quella di Godot.

Il 19 marzo scorso 14 soci su 50 (non quattro gatti) scrivono al presidente di Scrp. Chiedono con toni molto urbani, quasi ossequiosi, di convocare un’assemblea della società in relazione alla delibera dell’Anac che boccia l’atto di cessione del 51 per cento di Lgh ad A2A. L’operazione vede coinvolta Scrp, (socio di Lgh) e il suo consiglio di amministrazione che l’ha avallata senza chiedere ai soci di esprimersi, anche se - bontà sua - si è premurato di informarli della decisione presa. Se è apprezzabile la squisita sensibilità della comunicazione ai soci, resta incomprensibile il motivo per il quale una scelta da 10 milioni di euro non sia stata sottoposta al voto dell’assemblea, ma sia stata presa (legittimamente, sia chiaro) in autonomia dal consiglio di amministrazione. Se si considera che Scrp non è una multinazionale, dove 10 milioni di euro provocano solletico, allora risulta giustificata anche la richiesta di assemblea dei 14 soci.

Il presidente Pietro Moro, persona sempre molto formale e attenta alle regole, fino a oggi non ha risposto ai 14 soci.

Due righe, poche parole per dire «convoco l’assemblea» oppure «non convoco l’assemblea» non avrebbero guastato. Al contrario, il silenzio del presidente ha confermato il distacco abissale esistente tra i vertici societari e i soci. I primi sulla turris eburnea, i secondi cinquanta piani sotto.

Poiché la decisione del presidente è sconosciuta, non è possibile criticarla.Si può però affermare che la mancata risposta non favorisce il dialogo tra consiglio di amministrazione e azionisti. Di sicuro contribuisce a scavare solchi e ad abbattere ponti, comunque non a costruirli.

Non si può escludere che il presidente debba ancora valutare la questionee quindi attenda a scrivere le due righe citate sopra.

L’opzione non è peregrina, ma validata dai tempi biblici di Scrp,societàrinomata per la cautela con la quale prende le decisioni. Le soppesa, le analizza, le cambia più volte. Passano mesi e anni prima che una scelta venga resa definitiva. Un dato è certo, Scrp non può essere accusata di decisioni avventate, istintive, impulsive.

Scrp è accorta, meticolosa, guardinga, prudente. Qualche volta arruffona, altre cacadubbi e per scioglierli si avvale di numerosi consulenti, ma pazienza, nessuno è perfetto.

Scrp si fa guidare dalla saggezza popolare:chi va piano, va lontano.Ma è necessario arrivare. Scrp non disdegna i consigli letterari: Pedro, adelante con juicio. Ma questo non significa impiantarsi. Scrp non dimentica le radici nella Repubblica del Tortello: la gàta fresùza la g’à fàt i micì òrp. Ma ciò non proibisce di fare gattini. Succede invece che i gattini non si facciano nè orbi, nè vispi. E neppure miopi o astigmatici.

Scrp non ha risparmiato sul tempo per il progetto della caserma dei vigili del fuoco, per quello dei varchi elettronici, per l’appalto di igiene urbana. Traccheggia e non risponde ai soci che hanno richiesto una compensazione per non avere aderito alla rete dei varchi elettronici.

Unica trasgressione alla regola del calma e gesso, una montagna di calma e un bilico di gesso,è statalacessione del 51 per cento di Lghad A2A e la vendita delle azioni della stessa A2A incassate a copertura di parte del compenso concordato. Detto, fatto. In un battibaleno si sono susseguite: decisione, informazione, vendita, incasso, monetizzazione delle azioni senza coinvolgere direttamente i soci in questo ambaradan. Poi è giunta la delibera dell’Anac, ma non è un problema. Nel bilancio 2017 era già stato previsto un accantonamentodi 695 mila «riguardante il contenzioso della procedura seguita per la realizzazione di tale accordo», ancora prima del pronunciamento dell’Anac. E così Scrp si è dimostrata anche lungimirante. Non male.

Ultimo esempio di ponderatezza è il cambio di statuto della società imposto dalla legge Madia. Votato dai consigli comunali lo scorso giugno; andata deserta, poche settimane dopo, l’assemblea dei soci di Scrp per la ratifica, il nuovo statuto è già stato buttatolà dovesi tira lo sciacquone. Non solo non è stata convocata una seconda volta l’assemblea per procedere alla ratifica mancata, ma alla fine di febbraio è stata indetta un’assemblea informativa per presentare ai soci la proposta di un nuovo statuto che annulla quello approvato dai consigli comunali. Nel Gioco dell’oca si è caduti nella casella che riporta all’inizio.

Per un quadro completo delle ipotesi sull’assenza di risposta del presidente Scrp occorre segnalare anche quella legata alla non appartenenza dei 14 soci nell’oligarchia formata da quattro soci, che insieme detengono quasi il50 per cento delle azioni della società e da soli possono imporre le scelte alla restante compagine azionaria. E’ un guaio non appartenere all’élite. Ma è risaputo: noblesse oblige, al popolo le brioche di Maria Antonietta.

Lucio Dalla scrive ad un amico lontano per informarlo che da quando è partito la situazione è rimasta immutata, ma di non preoccuparsi: «La televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione. E tutti quanti stiamo già aspettando. Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno. Ogni Cristo scenderà dalla croce. E anche gli uccelli faranno ritorno. Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno. Anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno» . E anche Scrp verrà soppressa. Tranquilli, è un sogno.

Antonio Grassi (sindaco di Casale Cremasco, nella foto)