Crema, 28 aprile 2017

Il discorso di chiusura della sindaca Stefania Bonaldi, pronunciato ieri durante l'ultima riunione del consiglio comunale

Care consigliere e cari consiglieri, cari assessori
Con questa seduta si chiude l'esperienza amministrativa di molti di noi. Alcuni non si ricandideranno, per tutti gli altri, a cominciare dalla sottoscritta, varrà il principio della democrazia. Saranno gli elettori a decidere chi tornerà. E allora sento di dovere mettere in fila alcuni ringraziamenti che rispecchiano i miei sentimenti più profondi.
Il primo è per i membri della giunta, compagni di viaggio solidali e capaci, pazienti e determinati, oltre che appassionati e, nei miei riguardi, incoraggianti.
Da loro mai una parola fuori posto, mai una dichiarazione pubblica che ci mettesse o mi mettesse in difficoltà, anche quando fra noi faceva capolino qualche tensione o nasceva qualche sana incomprensione. Abbiamo vissuto 5 importanti anni di lavoro, talvolta trascurando le necessarie relazioni interpersonali fra noi, ma per una giusta causa, l’interesse collettivo. È stato questo a cementare il nostro rapporto, che oggi è di affettuosa amicizia e di stima.
Ringrazio il consiglio ma non posso farlo come se parlassi ad una massa indistinta di persone. Ai consiglieri di maggioranza devo un sostegno sempre leale ma anche critico, quanto è bastato a non farci mai sentire soli. Molti erano alla prima esperienza, non era facile misurarsi con un’opposizione che schierava personaggi navigati. Ci siamo rinnovati, in consiglio e in giunta. Ne siamo orgogliosi. Mi sono stati vicini in occasione dei bilanci approvati, talora contenenti scelte difficili e scomode, nella variante al PGT, sul fronte dell'accoglienza degli ultimi, sul tema non scontato dei diritti civili e su quello del diritto di culto, facendo argine a posizioni troppo lontane da quelle in cui noi crediamo.
Sono stati un punto fermo anche i compagni di RC, che su taluni temi, penso alle partecipate, si sono distinti ma sempre responsabilmente e mai chiamandosi fuori dai banchi della maggioranza, che hanno continuato a servire lealmente.
Anche alle minoranze devo dire grazie. Con alcuni dei suoi esponenti il rapporto é diventato dialogo costruttivo, generando crescita, con altri si è limitato a una dialettica di contrapposizione. Certamente è dipeso anche da me. Lo dico anche ai nuovi arrivati sulla scena politica, che sembrano indossare perennemente la scomoda armatura del crociato, dimenticando che può capitare anche gli avversari di fare qualcosa di buono. Noi, di "cose buone per Crema" ne abbiamo fatte tante, ma proprio tante, riconoscerlo è segno di forza, sappiatelo.
Un grazie speciale e convinto alla nostra struttura comunale, sfiancata dall’effetto combinato della costante contrazione del numero dei dipendenti e dall'incremento della mole di lavoro. In questa condizione si è dovuta misurare coi cittadini desiderosi di risposte qualificate e rapide e con amministratori resi più esigenti dalla carenza di risorse e più motivati dalla difficoltà di raggiungere di risultati. Non abbiamo dato tregua alle persone che lavorano per il Comune, dunque per i cittadini, in un mandato non ordinario, considerando la rivoluzione delle partecipate e quella del servizio sociale nonché le attività di pianificazione straordinaria con la variante al PGT, il Pums, il Paes, il Pric, il Progetto Crema 2020. Senza contare i due elefanti, mi riferisco all'Expo e a Crema città europea dello sport, passando per la rivitalizzazione della cultura con una attività intensa e vivace come non si registrava da anni, in città e prima negli uffici. Ecco perché il mio grazie ai dipendenti è così sentito e sincero.
Se anche fosse l'ultima volta che parlo a questa assemblea da sindaco, sarò grata per sempre a chi mi ha permesso di esserci, rendendomi una donna migliore, perché fare politica è una forma pedagogica passiva se la si vive come un servizio, in caso contrario crea patetiche dipendenze e abbrutimento, personale e collettivo.
Comunque vada, da consigliera o da sindaco, il prossimo sarà comunque il mio ultimo mandato. Vorrei che tutti avessero lo stesso approccio, infliggersi perennemente alla collettività fa da tappo alle giovani generazioni.
Credo che questa giunta sia stata la più giovane della storia di Crema. Sicuramente degli ultimi 30 anni. Noi crediamo al rinnovamento, senza rottamare nessuno, ma rispettando chi c’era prima, se merita rispetto.
Un ringraziamento a mio marito e a mia figlia per questi questi anni, che definirei senza contropartita per loro. Per loro, molte sottrazioni, lenite dalla consapevolezza che stavano contribuendo a rendere più facile il mio compito. La mia ricandidatura nasce dal loro consenso, cercherò di non deluderli.
È un onore servire questa città, lo è stato ancora di più farlo da donna. Crema esprime un femminile di enorme talento, spero che a succedermi in futuro siano ancora donne, non importa di quale schieramento politico, perché noi donne alla fine sappiamo essere madri, ossia ragionevoli e responsabili, soprattutto quando ci ricordiamo che i partiti sono uno strumento, non un ascensore al servizio della carriera e neppure un farmaco per curare le nostre frustrazioni personali.
Grazie a tutti, di cuore.

Nella foto, la sindaca Stefania Bonaldi