Crema News - Dopo il rapimento, ecco come elaborare il trauma Crema News

Crema, 22 marzo 2019

Le direzioni e tutti gli operatori della ASST di Crema vogliono innanzitutto esprimere la loro sincera vicinanza ai ragazzi, alle famiglie, agli insegnanti e alla scuola che stanno vivendo un momento tanto difficile, ed esprimere anche grande apprezzamento per la sollecitudine degli interventi delle Forze dell'Ordine, Prefetture, Comuni, Servizi e quanti si stanno adoperando ancora per contenere le conseguenze di quanto accaduto.

I Servizi della ASST di Crema sono a loro volta a disposizione di quanti avessero bisogno di una consulenza in questa fase di fronteggiamento e superamento dell'episodio, che ha scosso la sensibilità di tutta la Comunità cremasca.

L'evento traumatico determina infatti la rottura dell'abituale modo di vivere e di vedere il mondo della persona, a seguito dell'intenso vissuto emotivo di impotenza e paura vissuto nel corso della situazione di minaccia della integrità fisica propria o di una persona cara. L'abituale senso di sicurezza personale e sociale viene temporaneamente intensamente compromesso a causa di una situazione mai sperimentata in precedenza ed inimmaginabile. Le persone vivono quotidianamente con una sensazione interna di tranquillità dettata dal pensiero di vivere in un Paese sicuro, una Comunità Sociale garante e solidale, una famiglia protettiva, una vita prevedibile, giornate programmabili. L'evento traumatico manda in crisi tutte queste fisiologiche certezze che fondano lo stato emotivo con cui viviamo la nostra esistenza.

L'essere umano è "naturalmente" attrezzato a fronteggiare eventi traumatici: l'organismo si attiva in modo più intenso per consentire alla persona di avere più energie per affrontare il pericolo o per fuggirne. La persona vive per un periodo uno stato di iperattivazione, a cui corrispondono sentimenti di spavento, ansia, paura di non essere aiutati, blocco o ricerca di modalità per venire fuori dalla condizione di minaccia. Questo stato di agitazione perdura per un tempo successivo alla felice risoluzione della situazione drammatica, e richiede tempi più o meno lunghi per riassorbirsi. Ogni individuo poi ha una sua sensibilità ed una sua personalità peculiare, per cui l'impatto e la risoluzione emotiva delle conseguenze psicologiche hanno tempi e modi differenti. Nel periodo iniziale la iperattivazione può provocare sintomi di malessere o di difficoltà nel sonno. Gradualmente lo stato emotivo tenderà a riequilibrarsi, con tempi diversi di autoregolamentazione dell'organismo nelle diverse persone. L'essere umano infatti è anche "naturalmente" attrezzato per superare gli eventi traumatici, ma essendo le persone tutte molto diverse, i vissuti della esperienza ed i percorsi di superamento possono essere diversi, più facili o più lunghi.

Nei primi momenti la persona che ha vissuto una esperienza drammatica ha bisogno di "sfogare" la tensione accumulata: lo può fare col pianto, con le parole, con la condivisione ed il racconto. Ed ha bisogno di recuperare quanto prima ciò su cui si fonda il proprio senso di sicurezza, a partire dalla presenza protettiva delle Forze dell'Ordine e delle Istituzioni, dalla vicinanza dei genitori e degli amici. Avrà quindi bisogno di comunicare la

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esperienza vissuta, passaggio che aiuta poco alla volta ad oggettivare le emozioni ed i vissuti traducendoli in narrazioni. Il reimmergersi nei propri contesti di vita e nelle proprie condizioni più routinarie, aiuta a recuperare una condizione di "normalità" che è quella a cui da sempre è ancorato il vissuto di sicurezza personale.

Non è invece opportuno riattivare o alimentare impropriamente uno stato di "tensione" che resta correlato al ricordo o alle situazioni associate all'evento traumatico. Quindi, per esempio, non è opportuno rivangare l'accaduto con ascoltatori impreparati che amplificano l'allarme con le loro reazioni o addentrarsi curiosamente e morbosamente in dettagli dell'accaduto.

E' possibile che i ragazzi (e i familiari) possano avere timori prodotti dall'evento traumatico che rendano "stranamente difficile" fare cose normali (per es. prendere il bus): laddove ciò accada, sarà importante affiancare i ragazzi in modo rassicurante per aiutarli a ridimensionare in modo realistico le loro paure e accompagnandoli affinchè queste non diventino causa di blocco o di evitamento di comportamenti utili e opportuni nel presente e nel futuro.

Siamo fiduciosi che i ragazzi che hanno affrontato con tanto coraggio questo evento sappiano mettere in campo le loro risorse e che ci siano delle famiglie attente nell'essergli accanto in questi giorni.

Qualora qualche ragazzo con i propri genitori lo ritenesse utile, gli psicologi ed i professionisti della ASST di Crema si mettono a disposizione per consulenze presso i Servizi del Dipartimento della Salute Mentale, il Servizio di Psicologia (0373 893629) e la Neuropsichiatria Infantile (0373 257833).

A cura dell'équipe del Servizio di Psicologia e della Neuropsichiatria Infantile ASST CREMA