Crema, 12 aprile 2017

Nel cuore della Lombardia, a cavallo tra le attuali province di Milano, Bergamo, Cremona e Lodi,
esisteva anticamente un lago chiamato Gerundo, la cui “presenza” si può scorgere ancora oggi
nella conformazione di un territorio indissolubilmente legato all’acqua e costellato da fiumi, canali e fontanili. Nel corso dei secoli quel grande specchio d’acqua, paludoso e inospitale, venne bonificato dall’uomo e andò incontro a un inevitabile prosciugamento.
Oggi dell’antico lago restano le sponde, a tratti ancora evidenti, ma anche isole e promontori
sui quali vennero fondate le città di Crema e Lodi, così come diverse piroghe monossili giunte fino
a noi, oltre a decine di riferimenti nella toponomastica locale. Questo libro ripercorre la travagliata storia del lago che non c’è più e il cui territorio fu teatro di epici scontri. Ma quella del Gerundo è una storia che si mescola alla leggenda. Come il Loch Ness, anche il grande lago lombardo ospitava un mostro, Tarantasio, e la sua uccisione è stata tramandata in molteplici tradizioni…


Fabio Conti, giornalista e scrittore, è nato nel 1979 a Vaprio d’Adda, sulla sponda del lago Gerundo, e vive da sempre nella Geradadda. Giornalista professionista, è redattore dell’“Eco di Bergamo” e corrispondente dell’“Ansa” da Bergamo. Appassionato di storia e tradizioni locali, ha scritto racconti pubblicati in varie raccolte. È inoltre autore del volume “Uomini e motori: ­storie e passioni bergamasche” (Grafica&Arte).

Nella foto, Fabio Conti