Offanengo, 14 dicembre 2017

Un incipit in brasiliano, terra amatissima da don Vito o meglio, don Vitor, come lo chiamavano a Londrina, dove il sacerdote cremasco morto venerdì scorso sotto un'auto, aveva passato metà della sua vita e poi il via ai funerali di questo sacerdote tenuto in grande considerazione dai fedeli, con uno stuolo di preti sull'altare per l'ultimo saluto, in queste esequie celebrate dal vescovo e dal parroco di Offanengo, in una chiesa gremita di persone che volevano salutare il sacerdote defunto. Poche parole hanno ricordato la sua figura e spesso ci si è rifugiati negli scritti di don Vito, persona che voleva scoprire sempre di più Dio. Spazio anche a quel che è considerato il testamento dell'uomo di chiesa, lasciato nel 2014, nel quale don Vito ricorda con affetto genitori e fratelli, lui nato in una famiglia di agricoltori, terzo di nove fratelli che nell'infanzia aveva imparato il valore e l'affetto che una famiglia ti può dare e l'aveva portato sempre con sé. Autore di libri e di racconti, come ha ricordato il vescovo monsignor Daniele Gianotti, studioso, sempre con il sorriso in volto e con una parola per tutti. Come una parola ha avuto anche il cardinale di Londrina Gerardo Majella Agnelo, che ha ricordato con affetto don Vitor. E come è stato ricordato il suo racconto sulla misericordia di Maria, dopo la morte di Gesù, nel quale don Vito immaginava che la mamma del Cristo andasse a cercare Giuda e trovandolo già morto, andasse da sua madre per consolarla. Una consolazione che i parenti e gli amici devono trovare nella certezza che il loro parente ora sta bene e sta discutendo in cielo. Con un sorriso.

Nelle foto, le esequie celebrate oggi nella chiesa parrocchiale di Offanengo