Roma, 18 aprile 2019

Si amplia l’eco del caso-Luca Rimanti, il leghista che ha ieri ha annunciato la sua rinuncia alla corsa per la poltrona di sindaco di Agnadello per tutelare la sua persona e la sua famiglia dopo le ripetute minacce ricevute una volta annunciata la sua candidatura a sindaco per la lista della Lega, il 18 marzo scorso. Se n’è parlato addirittura in Senato, oggi, grazie all’intervento del senatore del carroccio Simone Bossi. Bossi ha esordito citando le parole di Rimanti, messe nero su bianco dal trentacinquenne controllore di volo di origini romane nella sua lettera di rinuncia alla candidatura, esprimendo il suo più totale sdegno per quanto accaduto. “Non viene meno solo una candidatura a sindaco – ha detto Bossi - ma anche la democrazia del nostro Paese che lascia spazio all’odio, alla paura, all’ignoranza di chi non prenderà mai le distanze da fatti di questo tipo e di chi si diverte a definire la Lega come dispensatrice di odio. È ora di finirla con queste inutili storie. Ditemi una volta, una sola, che qualcuno abbia ricevuto danni per conto della Lega: non c’è mai stato un fatto del genere in tutti questi anni di politica, non è mai accaduto. È questa la democrazia del 2019 del Paese Italia e io me ne vergogno. Mi auguro che le forze dell’ordine intervengano e trovino subito il responsabile e che per questo individuo ci sia una condanna forte”.

La Lega ha annunciato di volersi comunque presentare alle amministrative di Agnadello del 26 maggio prossimo e di aver già individuato un altro candidato che sarà annunciato nei prossimi giorni.

Nella foto, Luca Rimanti, che ha rinunciato a correre per la poltrona di sindaco ad Agnadello e, sotto, Simone Bossi