Crema, 25 febbraio 2016 - Un anno fa, in occasione del consiglio comunale aperto sul luogo di culto islamico, avevo avuto modo di dire che l’Amministrazione non si sarebbe fatta intimidire da leggi prive di umanità e di senno, che sfregiano l’immagine di una Regione così evoluta, come la nostra Lombardia.

Aggiungevo che il diritto di libertà religiosa è sancito dalla Carta Costituzionale agli articoli 3, 8, 19, 20, 117 ed è un diritto indisponibile, soprattutto alle goliardie legislative e ai referendum.

Non posso, dunque, essere stupita dal pronunciamento della Consulta. Non ci voleva molto, infatti, per realizzare che la legge antimoschee di Maroni violava il principio della libertà di culto sancito dalla nostra Carta costituzionale.

Una norma che negava agli oltre 400 mila fedeli islamici che vivono, studiano e lavorano in Lombardia un luogo dignitoso dove pregare, relegandoli di fatto alla clandestinità di scantinati, sottoscala e garage. Inaccettabile sul piano della civiltà, perché nessuno accetterebbe per noi e per i nostri figli una situazione così degradante, ma contraddittoria anche rispetto a qualsiasi necessità di sicurezza.

Sul piano pratico la legge regionale, oggi dichiarata incostituzionale, a Crema aveva già dispiegato i propri effetti, rallentando di parecchi mesi il percorso della variante al PGT, imponendoci la adozione del Piano delle Attrezzature Religiose. Di fatto il pronunciamento odierno a noi non cambia nulla, avendo comunque già adottato la variante.

Come già anticipato dall’Assessore all’Urbanistica Matteo Piloni, nelle prossime settimane porteremo in commissione e poi in consiglio comunale il bando per assegnare in diritto di superficie un’area in Via Milano per la possibile realizzazione di un luogo di culto. Ogni confessione religiosa interessata potrà partecipare.

Tutte le forze consiliari potranno dare il proprio contributo alla stesura definitiva del bando, che deve coniugare il rispetto di un diritto, quale che sia l’assegnatario, con le legittime preoccupazioni di una comunità, che ci sono e vanno considerate. Chi amministra deve reperire soluzioni di buon senso, compatibili con i principi di eguaglianza, libertà e democrazia della nostra Costituzione. Noi così faremo.

Stefania Bonaldi, Sindaco di Crema