Crema News - Le risposte di Moro aprono nuove domande Crema News

Crema, 22 luglio 2018

Pietro Moro, presidente di Scrp, risponde con due lunghe e dettagliate lettere - inviate a tutti i soci -alle osservazioni tecniche, che Luca Cristiani, sindaco di Casaletto di Sopra, aveva espresso sul bilancio presentato durante l’assemblea del 21 giugno scorso. Se è apprezzabile lo sforzo fatto dal presidente,non altrettanto lo sono alcuni passaggi e il tono dei documenti.

Perché Moro non ha replicato ai rilievi di Cristiani durante l’assemblea stessa?Una risposta immediata avrebbe potuto modificare l’esito della votazione. Da quando, si manda una lettera per annunciare ai soci l’invio di una seconda lettera con le risposte non fornite durante l’assemblea?

Moro spiega che il milione e 85 mila euro spesi per i 15 dipendenti, pari a un costo medio pro capite di oltre 72 mila euro, «non corrisponde allo stipendio che riceve il dipendente, ma al costo che sostiene l’azienda con tutti gli oneri diretti e indiretti, coerenti con il Ccnl di riferimento».

Davvero Moro crede che i soci abbiano l’anello al naso? Ha veramente pensato che intendessero lo stipendio? Se così fosse, ma si spera di no, ci sarebbe una ragione in più per giustificare il recesso da Scrp. Nessuno ha parlato di stipendi. Di costi, questi sì. In Italia un laureato costa a un’azienda molto meno degli oltre 72mila euro di media investiti da Scrp, il cui personale, senz’altro preparato e all’altezza dei compiti assegnati, non può però essere considerato altamente specializzato. A pagina 22 del bilancio 2017 si legge infatti che Scrp «sta valutando l’integrazione del proprio organico con figure che abbiano competenze oggi non presenti in società», affermazione che contraddice quanto scritto a pagina 15: «Il successo di Scrp e delle società del gruppo si è consolidato nel tempo attraverso la costituzione di una struttura operativa di elevata competenza in grado di assolvere ai progetti ed alle attività richieste dai soci ed approvate dagli amministratori». Per questa elevata competenza l’iter per assegnare l’appalto rifiuti è durato solamente tre anni e qualche mese e costato decine di migliaia di euro in consulenze.

Moro informa che nella scelta dei consulenti «è stato sempre adottato un principio di rotazione». Nel 2017 a un studio legale sono state conferite sette consulenze, sei assegnate lo stesso giorno (3 agosto 2017). E a un altro ne sono state date cinque. Più che una rotazione, un vortice.

E’ triste l’avvertimento che Moro manda ai soci. «Ogni affermazione – scrive il presidente nella prima lettera - o anche semplici insinuazioni che mettano in dubbio tale dato ( la veridicità e la correttezza del bilancio ndr)è da me considerato assolutamente irricevibile e, se reiterato, sarà oggetto di valutazioni nelle competenti sedi».

Il presidentereitera l’avvertimento nella seconda lettera, là dove sottolinea che la «leggerezza» delle affermazioni di Cristiani nel criticare l’operato della società «meriterebbe una riflessione in altra sede». E si può immaginare quale. Così non si va da nessuna parte. Con gli avvertimenti non si costruiscono ponti. Si scavano fossati. Non è bello che un presidente mostri i muscoli ad un socio, metodo più consono ai frequentatori del bar sport dove è facile sentire: «Stà aténte cumè ta parlèt perché se ta sbagliét ta fo an cùl anse».

Sarebbe più utile se Moro rispondesse alle seguenti domande.

Perché insieme alla convocazione dell’assemblea del 21 giugno era allegata una delega con già indicato il delegato (comune di Crema)?

Perché non è stato inviato il bilancio 2017 ai soci come era sempre avvenuto in passato?

Perché Scrp ricorre a consulenze e incarichi esterni per un ammontare superiore, nel 2017, ai 600 mila euro?

In un’azienda diversa da Scrp, cosa succederebbe se la predisposizione di una gara d’appalto (rifiuti) si prolungasse per oltre tre anni? Se un progetto (varchi) presentato ai soci, pronto per partire, venisse modificato più volte nel corso dell’anno successivo e risultasse completamente diverso da quello iniziale? Se i soci approvassero una delibera proposta dal consiglio di amministrazione (Caserma vigili del fuoco) e un mese dopo venisse annullata? Se si scegliessero consulenti che suggeriscono soluzioni impraticabili (delibere comunali con allegatisecretati)? Se un consulente respingesse (28 maggio e 5 giugno 2015)la richiesta di un socio perché giudicata incompatibile con la legge e quindici giorni dopo (18 giugno) un altro consulente la ritenesse percorribile? Se per evitare il possibile conflitto d’interessi di un dipendente si spendessero migliaia di euro per un parere legale e si incaricasse una persona esterna per svolgere un lavoro di competenza del dipendente stesso? Se il consiglio di amministrazione di una società delle stesse dimensioni di Scrpvendesse il 2gennaio azioni in portafoglio per un ammontare di alcuni milioni di euro e i soci apprendessero della cessione -legittima sia chiaro - il 25 maggio da un quotidiano nazionale, notiziaconfermata dalla società lo stesso giorno, durante un’assemblea e a seguito di espressa richiesta di delucidazioni di un socio?

Moro non si è chiesto il motivo per il quale otto soci se ne vanno da Scrp?

Il presidente è una persona stimabilissima e molto simpatica quando, con lo stile didattico e oratoria da predicatore nero dell’Alabama, illustra ai soci in assemblea il tema in discussione enessuno dubita della sua rettitudine, ma questo non impediscedi porre l’ultima domanda: la presidenza di Scrp è un ruolo adatto per un avvocato? Non sarebbe più appropriato affidarla a un manager esperto di gestione aziendale? Non un premio Nobel o un Ronaldodell’economia. Basterebbe un managerino.

Antonio Grassi