Crema News - Operativo il nuovo piano per la gestione delle liste d'attesa Crema News

Regione, 22 febbraio 2019

Liste d'attesa, tempi massimi stabiliti per legge e totale trasparenza. Il Ministro della Sanità, Giulia Grillo, assieme alle regioni, ha avviato il nuovo Piano nazionale sul governo delle liste di attesa per prestazioni e ricoveri a garanzia dei cittadini. Le parole chiave del piano sono chiarezza, responsabilità, trasparenza, facilità e semplicità fattivamente riportate in queste azioni:

1. Se i tempi d’attesa per un esame superano quelli previsti per legge, si sarà indirizzati in una struttura privata convenzionata senza costi aggiuntivi.

2. I direttori generali delle ASST dovranno rispettare i tempi massimi di attesa per le visite, e sarà fondamentale per loro valutazione con conseguente possibilità di rimozione.

3. L’osservatorio nazionale avrà il compito di monitorare l’effettiva erogazione dei servizi e la reale applicazione del diritto alla salute.

4. Con il nuovo CUP si potranno consultare in tempo reale tutte le prestazioni sia nel pubblico che nel privato, si potranno prenotare e modificare gli appuntamenti già fissati.

5. Si risparmierà tempo prenotando solo la prima visita al CUP, le visite successive saranno prenotate direttamente dallo specialista.

Marco degli Angeli, del M5S Lombardia dichiara: “La Lombardia deve rendere operativo il nuovo Piano per la gestione delle liste d’attesa (PNGLA). Chiediamo quindi al Presidente Attilio Fontana di attuare ogni iniziativa ed intervento utile a integrare quanto già è stato fatto con gli obiettivi nazionali. Proprio per questo auspichiamo la totale visibilità e condivisione delle agende di prenotazione delle strutture pubbliche e private accreditate, nonché quelle dell’attività istituzionale e della libera professione intramuraria, da parte dei sistemi informativi aziendali e regionali. La declinazione in Lombardia di queste direttive del Ministero passa inevitabilmente sul rilancio del ruolo della sanità pubblica e della gestione della cronicità che assorbe circa l’80 per cento delle risorse sanitarie”.