Crema News - Risparmiatori cremaschi truffati per 600mila euro Crema News

Cremasco, 17 marzo 2019

“Una truffa in piena regola, quella perpetrata nei confronti dei miei clienti dalle due società e dalle banche che hanno venduto loro diamanti sovrastimandone il prezzo e illudendoli con percentuali di crescita inarrivabili”. L’avvocata Marta Guerini Rocco da qualche mese tutela gli interessi di una sessantina di cremaschi truffati per circa 600mila euro dalle due società e quasi esclusivamente dalla Bpm. Il prossimo 25 marzo a Crema ci sarà una riunione con tutte le persone che sono state illuse e truffate. Saranno presenti gli avvocati milanesi Pietro Meda e Claudia Fossati per fare il punto della situazione. “Come è stato ampiamente appurato – riprende l’avvocata – le banche concedevano alle due società IdB e DpiB di mercanteggiare i diamanti presso le loro sedi, in cambio di una commissione che variava dal 10 al 15%. La stragrande maggioranza delle operazioni sono state eseguite presso la filiale Bpm di Castelleone. Dirò di più: era la banca stessa che contattava i probabili clienti scegliendoli tra i suoi correntisti più facoltosi e possibilmente anziani. Garantiva ottimi dividendi e la possibilità di rivendere le pietre a prezzi vantaggiosi. Invece non era così”. Infatti, dei sessanta risparmiatori gabbati con i diamanti, quei pochi che hanno cercato di rivenderli si sono trovati sorprese non preventivate: il valore delle pietre che loro intendevano vendere era solo dal 35 al 50% di quello d’acquisto. Quando il diamante c’era… “Sì, perché c’è anche il sospetto che i diamanti acquistati dai miei clienti fossero nella loro disponibilità solo sulla carta. Infatti, una volta visto il diamante e acquistato, i venditori convincevano gli acquirenti a lasciare le pietre in loro custodia. Noi sospettiamo che i diamanti fossero pochi e sempre quelli”.

I cremaschi truffati vantano un raggiro di 600mila euro. Una coppia ha acquistato 12 diamanti per un valore facciale di 150mila euro. Al momento una decina di investitori sono stati convinti dalla banca ad accettare una transazione del 40% sul valore pagato, mentre gli altri resistono e andranno in giudizio, sperando di recuperare i loro soldi dal maxi sequestro di 150 milioni di euro effettuato dalla Finanza nei confronto delle due società e di Bpm e banca Aletti (83.8 milioni di euro), Mps (35 milioni), Unicredit (32 milioni) e S. Paolo (11 milioni). L’istanza di fallimento delle due società ci sarà l’8 aprile.

Nella foto, l'avvocata Marta Guerini Rocco