Palazzo Pignano, 09 settembre 2019

Padre Olivian parla in romeno e tocca i cuori della sua comunità, gente semplice che si presenta al funerale vestita di nero e piange la giovane vita spenta di Pietro Cioroaba, solo 18 anni, ucciso la notte di domenica da un'auto che se ne è andata senza fermarsi.

Mamma Magdalena si accascia sulla bara del figlio preso troppo presto.

Papà Vasile è un pezzo di pietra, tanto è il dolore.

E poi i parenti, gli amici, i conoscenti che ci sono, vogliono esserci, voglio partecipare in quei momenti. C'è anche la sorellina che indossa una delle tante magliette bianche distribuite agli amici. Sulla sua c'è scritto "Caro fratello, mi manchi".

Un funerale diverso dagli altri, ma sempre inondato da tanto dolore. Secondo la tradizione romena, il corteo funebre non deve andare direttamente in chiesa, ma effettuare sei soste, sei inchini alla terra perché sia lieve per il defunto. Sei tappe nelle quali il prete ortodosso canta le litanie funebri che i ragazzi ascoltano attoniti. Tra un inchino e l'altro c'è la musica di un rapper, con le canzoni preferite da Pietro.

Poi, in chiesa. Nella pieve celebrano don Benedetto, parroco di Palazzo, coadiuvato dal curato e dal parroco di Scannabue. C'è anche Olivian, il prete ortodosso venuto da Bergamo per portare un'impossibile consolazione.

La pieve si riempie, ma non del tutto. Ci sono anche le autorità civili, nella figura del vice sindaco Virgilio Uberti, che ha proclamato una giornata di lutto cittadino.

Un pallone con le firme dei compagni di squadra, una bandiera, una coppa vinta in un torneo, i fiori, i palloncini a forma di cuore. E una parola anche per quella famiglia che ha con sé il ragazzo che ha ucciso Pietro. "Non nutrite sentimenti di vendetta - chiede don Benedetto. - Lasciate a chi di dovere fare gli accertamenti". Una parola coraggiosa come un seme che deve attecchire tra le pietre.

Fuori, i ragazzi attendono. Libereranno due colombe in cielo perché accompagnino l'anima di Pietro, che vola via lontano.

Nelle foto, i funerali di Pietro Cioroaba

Guarda il video cliccando qui