Crema News - Coronavirus, il futuro

Crema, 01 giugno 2020


Coronavirus, il ritorno? Sono in molti ad agitare lo spettro del ritorno della pandemia a settembre, se non si porrà la massima attenzione nei comportamenti che terremo quest'estate. Non è di questo parere il radiologo dell'ospedale di Crema Maurizio Borghetti, primo ad annunciare, poi seguito da altri, l'attenuarsi dell'infezione, dati alla mano e adesso pronto a sbilanciarsi sul futuro del virus che ha fatto tremare il mondo. "C'è chi prevede nuove ondate epidemiche in autunno. Questo presuppone una buona conoscenza delle dinamiche della epidemia attuale e del virus in questione. Non dovrebbe pertanto essere difficile dare risposte e spiegazioni che invece oggi latitano. Secondo il mio modesto parere è meglio non avventurarsi in previsioni catastrofiche né in giudizi affrettati di colpe prima di aver chiaro bene cosa sia successo. Le epidemie gravi/pandemie si sono sempre verificate a distanza di anni se non decenni".

Borghetti ha anche alcune domande sull'incidenza del virus: "Facciamo finta di credere che la Lombardia sia stata colpita perché meno "brava" delle altre regioni. Se così fosse è stravagante che sia stato relativamente risparmiato il centro nevralgico regionale, cioè Milano. La capitale poi, non è stata prontissima alla risposta precauzionale, eppure risulta una delle zone con minore incidenza di contagi, malattia e morti. Dalla prima quindicina di aprile c'è stato un generale crollo dei nuovi casi di polmonite e un progressivo rapido azzeramento dei casi medio-gravi. A tutt'oggi i dati dicono che il virus è ancora presente; come mai non riesce da almeno un mese a causare malattia medio-grave e i nuovi 'casi' riguardano praticamente solo asintomatici rilevati solo da un aumento del numero di tamponi eseguiti?".

Quindi avrebbe ragione il professor Zangrillo che dice che il virus è scomparso?

"Premetto che sono d'accordo sulla necessità di prudenza in questa fase di indispensabili e giustificate riaperture alla vita normale e che le dichiarazioni del professor Zangrillo sono fin troppo ottimistiche, sebbene confortate da dati ospedalieri molto incoraggianti. Non sono 'sconcertato' ma un po' stupito dalle reazioni. Vedo che si continua imperterriti nella stessa direzione, fondata sull'equivoco del termine 'caso' a sua volta legato alla positività al tampone. Se è vero che il virus non è scomparso, è altrettanto vero che è diverso essere positivi ma con sviluppo di polmonite. Nelle ultime settimane i casi di polmonite rilevati dalle Tac sono pochi e pochissimo gravi. Addirittura a maggio ci sono stati giorni senza alcuna polmonite. Ripeto: inutile fare tamponi. Quando in pronto soccorso arriva qualcuno con i sintomi da polmonite lo si manda alla Tac e lì in breve si fa una diagnosi certa".

E come mai è stata così colpita l'Italia?

"Giro la domanda, come mai gli stranieri presenti sul nostro territorio sono stati molto meno colpiti di noi italiani?".


Nella foto, Maurizio Borghetti con il primario Giampaolo Benelli e lo staff di radiologia