Crema News - Dieci anni per il processo. E l'imputato muore

Rivolta d'Adda, 14 novembre 2019

E' una storia lunga quella di Antonio Ciraudo, storia che parte, per quanto riguarda l'iter processuale, nel 2009, quando il gallerista di Liscate con attività e lavoro a Rivolta d'Adda viene accusato di avere venduto quadri di Ugo Nespolo palesemente falsi. Ciraudo entra nella spirale del tribunale, prima quello di Crema e poi quello di Cremona per non uscirne più, visto che il gallerista è morto lo scorso ottobre senza vedere la fine del tunnel, termine che avrebbe dovuto arrivare lunedì scorso, quando sarebbe stata pronunciata la sentenza. Una storia triste che parla di procedimenti lunghissimi. Nel 2004 Ciraudo viene condannato a 16 mesi di reclusione per cinque quadri falsi di Nespolo messi su Ebay e riconosciuti come contraffatti dallo stesso autore. Nel 2009 la storia torna a galla perché Ciraudo è accusato di aver venduto gli stessi quadri a un amico. Ma l'avvocato Massimo Tabaglio sostiene che all'amico il suo assistito non aveva dato alcun quadro e che per quelle cinque tele false Ciraudo era già stato condannato e quindi non poteva più essere giudicato. Dieci anni per arrivare a una sentenza, con dentro anche la convocazione nel tribunale di Crema, nel 2009, del pittore Nespolo chiamato a soiegare perché i cinque quadri erano falsi. Ma il processo è stato più lungo della vita di Ciraudo che è morto a 73 anni lo scorso ottobre e non è arrivato alla sentenza.

Nella foto, Ugo Nespolo a Crema con il pm Antonino Andronico