Trescore, 09 aprile 2019

Cartelli in dialetto per indicare il nome del paese. Sono stati installati nei giorni scorsi agli ingressi del centro abitato e riportano la dicitura “Trescùr Cremasch”. Anche Trescore, comune a guida leghista, si adegua così a tanti altri centri nei quali ad amministrare è il Carroccio. E come altrove, le polemiche non mancano. “Crediamo nel dialetto –afferma il sindaco Angelo Barbati- come simbolo delle nostre tradizioni. I cartelli ci sono stati forniti gratuitamente dalla ditta che aveva eseguito i lavori di posa dei semafori lungo viale De Gasperi. Inoltre, la stessa ditta, contestualmente, ha anche fornito della segnaletica mancante”. Per l’opposizione i cartelli sono inutili. “Ci sono altri modi –commenta il capogruppo di minoranza consiliare Giancarlo Ogliari- per difendere e valorizzare le nostre tradizioni. I cartelli in dialetto sono soltanto una trovata leghista. Con tutti i problemi che ha Trescore si pensa ai cartelli in dialetto. Si pensi invece al pavimento della scuola media, fatto pochi anni fa dall’amministrazione Barbati, che si sta già sollevando”.

Nella foto, un cartello in dialetto