Crema, 18 giugno 2019

Ci sono luoghi geografici che hanno ispirato la composizione di stili musicali, luoghi che ne suscitano il significato più profondo e luoghi in cui eseguire certi repertori significa entrare in una secolare tradizione che ancora vive. L’Alto Adige non è solo una terra meravigliosa sotto il profilo naturalistico ma è il luogo geograficamente più vicino dove la tradizione musicale di stampo austriaco-tedesca fa parte del vissuto dei suoi abitanti e suscita l’impegno di tantissimi ragazzi e giovani.

Il Collegium Vocale di Crema nella classica formazione corale-orchestrale, con oltre 70 elementi, sotto la direzione di Giampiero Innocente, ha vissuto il primo momento musicale sabato scorso nella chiesa di St Peter in Val di Funes, dove il gruppo dolomitico delle Odle domina prepotentemente la dolcissima vallata.

In una chiesa meravigliosa (definita il “Duomo della valle” per la sua ampiezza) e dall’acustica perfetta, il gruppo cremasco ha tenuto un concerto con al centro del programma la già eseguita Missa III di Hummel, maestro di Beethoven, opera poco conosciuta anche in questi luoghi e quindi particolarmente degna di interesse.

Il pubblico, composto da molti musicisti locali, si è complimentato per l’esecuzione e la preparazione dell’ensemble cremasco, mettendo in risalto soprattutto la brillantezza del suono vocale e strumentale.
Domenica scorsa è stata la volta della Messa nel Duomo di Bressanone: come nelle principali chiese austriache e tedesche, anche qui la Messa più importante vede la presenza del coro e dell’orchestra ogni settimana, una tradizione che, fortunatamente, sopravvive rispetto alla desolante situazione liturgica italiana.

Portare nel contesto liturgico un repertorio che è nato proprio per la celebrazione sacra assume un significato molto particolare anche per i coristi e gli strumentisti.

Il Domkapellmeister del Duomo, Heinrich Walder, ha espresso commenti entusiasti sul gruppo cremasco che, al termine della Messa, ha ricevuto uno scrosciante applauso dai partecipanti alla liturgia domenicale. Era la quinta volta che il Collegium Vocale prestava servizio liturgico nella Cattedrale altoatesina, una momento consolidato nella storia di un gruppo che trova nel concetto positivo di “tradizione” il significato del proprio esistere. Al termine della celebrazione la foto di rito nei chiostri del Duomo e il lancio delle partiture da parte dei coristi a significare la chiusura di un ciclo musicale e l’apertura di uno nuovo: nei prossimi mesi l’attenzione si focalizzerà sul Messiah di Haendel che sarà eseguito in dicembre in tre concerti.

Nella foto, il Collegium vocale