Crema, 18 febbraio 2020

Nella serata dell'11 febbraio, a cura della Associazione culturale l'Araldo, s'è tenuta una conferenza di natura storica, riguardante la figura di un personaggio vissuto verso la fine del 800 e inizio 900: Filippo Corridoni (Pausula 1887, San Martino del Carso 1915).

Il presidente dell'Araldo, Mario Cassi, ha introdotto la serata menzionando l'Associazione Nazionale Volontari di Guerra, sezione di Crema e ricordando le figure di Franco Fadini e di Fortunato Marazzi. Successivamente è stato presentato il relatore dell'evento, dottor Andrea Benzi: segretario nazionale Anvg, avvocato penalista, ricercatore storico e giornalista pubblicista. Ferrante Benvenuti, accogliendo l'invito del presidente, ha elogiato la figura storica di Filippo Corridoni; inoltre ha ricevuto una medaglia, quale ricordo della partecipazione al primo conflitto mondiale del compianto padre Lodovico Benvenuti: ragazzo del '99, europarlamentare, giurista, giornalista, figura di spicco del panorama politico-giuridico dell'epoca.

Il maggiore Antonio Savino, nelle vesti di presidente provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro, ha rimarcato lo spirito combattivo e il coraggio dei volontari, tra cui anche Filippo Corridoni, per motivi connessi all'amor di patria. Quindi il relatore Andrea Benzi, ha narrato, con profonda cognizione di causa e competenza, le tappe salienti della breve, ma al contempo significativa vita di Filippo Corridoni, nelle sue vesti di sindacalista, militare, politico, rivoluzionario e giornalista.

 Egli fu, dapprima, esponente del sindacalismo rivoluzionario e del sindacalismo nazionale nonché membro del Partito Socialista Italiano che successivamente abbandonò a causa della scelta neutralista di tale partito politico. Corridoni divenne un convinto sostenitore dell'interventismo di sinistra e in tale periodo strinse amicizia con Benito Mussolini. Morì in combattimento, durante la prima guerra mondiale, al cospetto dell'Impero Austro-Ungarico. Figlio di un operaio, dotato di notevoli doti intellettive, ricevette dapprima una cultura umanistica, proseguendo il percorso di studi presso l'Istituto superiore industriale di Fermo. Nel 1905 giunse a Milano, città in fermento per il nuovo corso della Rivoluzione Industriale e ivi trovò lavoro in qualità di disegnatore tecnico. Nel capoluogo milanese conseguì la carica di segretario della sezione giovanile del Partito Socialista Italiano di Porta Venezia e fondò il quotidiano "Rompete le Righe", approcciandosi con maggiore insistenza alla corrente del sindacato rivoluzionario.

Il giornale ebbe una accentuata matrice antimilitare, motivo per il quale Corindoni venne condannato e incarcerato. Grazie a un'amnistia fu scarcerato e si recò a Nizza, ove strinse amicizia con Edmondo Rossoni. Corridoni scrisse anche su altre testate giornalistiche, tra cui l'Internazionale di Parma e in tale contesto nacque un rapporto di collaborazione con i fratelli De Ambris. Nel periodo intercorrente tra il 1909-1910 fece ritorno in Italia, stabilendosi nel modenese. Subì una sconfitta allorché tentò di introdurre principi rivoluzionari nel sindacato, quali i principi sul metodo organizzativo, fondato sulla coesione produttiva, nonché sul ruolo qualificato dell'operatore.

Nonostante l'insuccesso, Filippo Corridoni venne riconosciuto come uno dei capi e fondatori del sindacalismo rivoluzionario di Milano.

Nel 1912, causa nuove ondate di sciopero, fu costituita, a Modena, l'Unione Sindacale Italiana, nella quale confluirono personaggi di rilievo, come i fratelli De Ambris e Di Vittorio. Nel corso del 1913 nacque a Milano l'Unione Sindacale Milanese. Furono anni caratterizzati da uno stretto rapporto di collaborazione tra Filippo Corridoni e i fratelli De Ambris.

A Filippo Corridoni sono stati intitolati vari Istituti scolastici, Associazioni culturali e persino un sommergibile; egli, inoltre, è ricordato nella toponomastica di diversi comuni italiani, tra i quali, vicino al nostro territorio, il Comune di Soncino. Gli furono dedicate altresì opere d'arte, come i monumenti a Corridonia e a Parma e i busti a Roma, nel Parco del Pincio, nonché lapidi a Bari e a Reggio Emilia. A coronamento della sua breve ma importante vita, venne decorato alla memoria, con Medaglia d'Argento al Valore Militare, decorazione che, successivamente, Benito Mussolini fece convertire in Medaglia d'Oro nel corso dell'anno 1925.


Nelle foto, la serata e il pubblico