VIII  Domenica di Pasqua PENTECOSTE          anno A


La Parola:     At 2,1-11  Sal 103  1Cor 12,3-7.12-13  Gv 20,19-23:


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Parola del Signore


Quando arrivano le grandi feste e le belle occasioni rimaniamo sempre un po' sconcertati. Spesso dopo una lunga e fervente attesa e preparazione abbiamo il timore di non vivere con la dovuta partecipazione il momento così importante. La grande festa di Pentecoste, che completa la gioia della Pasqua, è proprio uno di questi momenti particolari. Eppure, dal punto di vista ecclesiale, abbiamo anche maggiori motivi degli scorsi anni per festeggiare alla grande la ricorrenza del dono dello Spirito e della nascita ufficiale della Chiesa, visto che da poco abbiamo potuto riprendere la celebrazione comunitaria della Eucarestia, momento visibile della realtà quotidiana del popolo di Dio radunato dal suo amore. Dopo i mesi vissuti nel cerchio ristretto delle nostre famiglie, con la possibilità di mantenere viva la nostra fede solo grazie al senso spirituale della nostra esperienza religiosa, sentendoci comunque Chiesa perché uniti dall'unico Spirito, che vince ogni distanza e separazione, ora viviamo quasi con sorpresa la difficoltà di riprendere in pienezza la nostra vita cristiana. Ci sembra quasi di vivere una festa piena di gioia repressa. Probabilmente anche per la vita cristiana, come per tanti aspetti della nostra vita quotidiana, la ripresa è lenta e faticosa, certamente con una presenza fisica dei cristiani che non corrisponde all'attesa che c'è, nei cuori di tanti, di tornare alla gioiosa esperienza comunitaria che tutti desideriamo. Sappiamo che non è solo una questione di presenze o di modalità del vivere i momenti delle celebrazioni. Prima di guardare fuori, di contarci e di valutare il peso della nostra presenza nella nostra società, credo sia opportuno lasciarci guidare dallo Spirito a riconoscere dentro di noi la sua opera di Spirito che da la vita, che ci libera dal peccato, per renderci davvero migliori e più attenti alle opere di Dio e alle necessità dei fratelli. Credo sia importante accogliere la testimonianza dell'evangelista Giovanni che ci ricorda come il dono dello Spirito sia strettamente legato alla responsabilità della Chiesa nel trasmettere agli uomini il perdono di Dio. Per tutti i disagi, le sofferenze e i dolori sofferti da tanti in questo periodo siamo più pronti a chiedere spiegazioni a Dio, sentendoci forse abbandonati da lui nel momento del bisogno. Quanto è necessario invece renderci consapevoli di quanto noi uomini ci siamo purtroppo allontanati da Lui: toccati e provati nella nostra carne abbiamo forse scoperto la fragilità e superficialità della nostra fede. Allo Spirito Santo spetta ora un compito davvero impegnativo nel far rinascere in noi cristiani la gioia di vivere la fede nella testimonianza quotidiana perché in ogni modo, in tutte le lingue, riusciamo ad annunciare anche ai distratti, tutti presi solo dai problemi materiali ed economici, che Dio ci ama e ci attende con pazienza perché sappiamo vivere ogni giorno secondo la sua volontà.


Nella foto, don Natale, autore della riflessione e la processione di Pentecoste

Sul mio canale youtube è disponibile il video della riflessione: https://youtu.be/aZ4HwfKM7F0