Crema News - La riflessione

Crema, 14 febbraio 2021

VI Domenica ordinaria anno B

La Parola: Lv 13,1-2.45-46 Sal 31 1Cor 10,31-11,1 Mc 1,40-45 :

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.


Negli anni in cui son stato parroco a San Bernardino in Crema avevo la residenza in via Undici Febbraio. La via voleva ufficialmente ricordare l’anniversario dei Patti Lateranensi tra lo Stato Italiano e quello Vaticano del lontano 1929. Ma io preferivo associare la data alla memoria delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes. Per la verità al famoso santuario francese ci sono andato fisicamente solo due volte ma il pensiero e la preghiera non sono mai mancati. La speranza e l’attesa di poter assistere a segni prodigiosi compiuti da Dio attraverso l’intercessione della Vergine penso siano desideri comuni a tanti di noi. Anche se poi le nostre invocazioni, a volte addirittura pretese, non sono state esaudite, abbiamo sempre mantenuto la fede nella vicinanza di grazia e di benedizione da parte della Vergine Maria verso i fedeli cristiani. Nel giorno della ricorrenza annuale, celebrato appunto in settimana, non son mancati, anche in parrocchia, momenti di preghiera particolari. Il brano del vangelo di oggi ci aiuta a continuare questo atteggiamento orante e fiducioso nella grazia salvifica di Cristo. Fin dagli inizi della sua opera di salvezza, Gesù ha subito mostrato una particolare attenzione ai malati, piagati bel corpo e nello spirito. In particolare sappiamo proprio della sua preoccupazione costante di salvare sia l’anima che il corpo, tenendo sempre associati i due aspetti dell’essere umano, seguendo in questo la lunga tradizione biblica del suo popolo. L’insistenza con la quale infatti chiede ai sanati di non divulgare il fatto non è un richiamo profetico per chi ai nostri giorni vive l’esposizione mediatica su televisione o social in maniera esagerata. Per questo già sarebbe sufficiente accogliere l’invito del grande Gino Bartali che ricordava come il bene non si fa per essere visti e che le medaglie più importanti non sono quelle appese alla giacca ma piuttosto quelle attaccate al cuore. Sapendo della nostra miopia di cuore e di come siamo più attenti alle cose esteriori che al significato interiore, il Signore Gesù temeva proprio di venir riconosciuto e cercato solo perché guaritore dalle malattie del corpo, mentre lui puntava soprattutto alla salvezza globale dell’uomo, affinché potessimo ritornare al pieno rapporto con Dio, rinnovando in ciascuno di noi la nostra immagine più vera e caratteristica, quella di figli del Padre celeste. Forse noi non comprendiamo appieno il senso della guarigione del lebbroso, pensando magari solo all’aspetto contagioso della malattia, in questo sicuramente simile alla pandemia che anche noi stiamo vivendo, ma Gesù, risanando e riparando anche le conseguenze deformanti dell’aspetto esteriore nel malato di lebbra, si presenta davvero come colui che può far tornare ogni uomo alla sua identità più bella e buona. Quante volte magari abbiamo pregato anche noi perché il Signore facesse cessare questa pandemia solo dal punto di vista sanitario. Oggi invece lui ci invita chiaramente a indirizzare la nostra preghiera per ottenere da Dio ciò che è ancora più importante della salute fisica, quello che è il vero bene dell’uomo, il diventare l’un per l’altro un fratello sincero perché tutti figli dello stesso Padre. Concretamente siamo chiamati a operare perché sappiamo vincere il male, anche quello fisico, con la bontà delle nostre opere e la disponibilità a sostenere le difficoltà di quanti incontriamo sul nostro cammino, secondo l’esempio di Gesù.

(Sul mio canale youtube trovate il video della riflessione: https://youtu.be/U1G4-nXm39k ) 


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione