Crema News - La riflessione

XXVI Domenica ordinaria anno A

La Parola: Ez 18,25-28 Sal 24 Fil 2,1-11 Mt 21,28-32

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».


Recentemente con l’amico Pier abbiamo discusso in pizzeria con la cameriera sulla opportunità di chiamarla ‘Signora’, pur intuendo, nonostante la mascherina, la sua giovane età, per essere politicamente corretti, visto che oggi sarebbe meglio chiamare ‘Signora’ ogni donna che abbia più di diciotto anni. Da questo punto di vista ascoltando la parabola di oggi dobbiamo riconosce che Gesù, come dimostra anche in altre parabole simili, non è ‘politicamente corretto’, parlando sempre di un padre con due figli maschi, mentre oggi si richiederebbe una giusta attenzione ai due generi e ormai pian piano anche nella celebrazione eucaristica ci stiamo abituando ad una maggiore corrispondenza, rivolgendoci spesso ai fedeli specificando che i presenti sono fratelli e sorelle. Personalmente credo che queste attenzioni possano risultare a volte più dettate da una moda passeggera che da una reale incomprensione e inadeguatezza della lingua italiana, ma certamente la differenza su cui vuole farci riflettere oggi Gesù non è quella di genere, ma di comportamento. Ciò che fa la differenza di fronte al Padre e che quindi distingue i seguaci di Gesù è sempre e soltanto la disponibilità e generosità nel compiere la sua volontà. Il Maestro poi, ancora una volta, si dimostra in realtà un profondo conoscitore di noi uomini, mettendo in risalto che non basta la buona volontà o le promesse delle belle parole per essere a lui graditi, ci vogliono i fatti. E in un mondo come il nostro così attento, se non addirittura schiavo, dell’apparenza, direi che questa è una caratteristica decisiva del buon discepolo di Cristo. Che il mondo sia pieno di brave persone, uomini e donne, è innegabile, ma nello stesso tempo non possiamo dirci tutti seguaci di Gesù se non mettiamo al primo posto l’impegno di compiere, di mettere in pratica giorno per giorno la sua volontà, ascoltando e osservando innanzitutto i suoi comandamenti. Certamente Gesù non fa preferenze di persone e non ha alcuna preclusione verso nessuno, neanche verso i peccatori o chi ha sbagliato, perché lui crede fermamente nella capacità di ognuno di accorgersi dell’errore e di poter davvero convertirsi e cambiare mente e opere, per poter così seguire seriamente un cammino verso la santità. Questa settimana per esempio, il santo Padre Francesco ha ricordato che non è mai lecito sopprimere una vita per non vederla soffrire ma che piuttosto è doveroso essere sempre vicini e accompagnare con amore quanti si trovano in situazioni estreme di sofferenza e abbandono. Non dobbiamo però farci solo amplificatori di questo messaggio, accontentandoci di ripeterlo o magari di gridare allo scandalo se qualcuno lo rifiuta, ma piuttosto dobbiamo essere pronti a mettere in pratica le indicazioni concrete che l’amore suggerisce. Forse non avremo mai occasione di sperimentare un gesto d’amore così grande ed impegnativo e allora non perdiamo occasione nelle piccole vicende quotidiane di mostrarci fedeli esecutori della volontà del Padre, sempre a favore di tutti i nostri fratelli e sorelle, per poterci chiamare ed essere realmente suoi figli amati.

(Sul mio canale youtube è disponibile il video della riflessione: https://youtu.be/qJo-z7sjrYQ)


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione