Crema News - La riflessione

Domenica durante l’ottava di Natale: Santa Famiglia           

La Parola:      Sir 3, 3-7.14-17  Sal 127  Col 3,12-21  Mt 2,13-15.19-23

+ Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».


Anche la gioia del Natale per esprimersi in tutta la sua pienezza ha bisogno di tempo. La Chiesa infatti ci propone l’ottava di Natale, una settimana intera da vivere come se fosse un solo giorno, un unico grande giorno di festa per la nascita del Salvatore. Purtroppo, o per fortuna, sono pochi i cristiani che vivono in pienezza questi giorni dell’Ottava di Natale partecipando ogni giorno alla Liturgia della s. Messa. Dico purtroppo perché qualcuno deve già riprendere gli impegni lavorativi ma i tanti che hanno qualche giorno di ferie, potrebbero trovare un poco di tempo per vivere ancora il Natale secondo lo spirito cristiano partecipando all’Eucarestia. Ma dico anche per fortuna perché in questi giorni chi partecipasse alle liturgie si troverebbe impegnato in celebrazioni sicuramente unite dalla gioia della nascita di Cristo ma ugualmente poco rispettose dello svolgersi storico dei fatti. Ma solo per i criticoni o i miscredenti sono un grave problema i salti storici che i vangeli di questi giorni ci han fatto fare, passando dalla nascita di Gesù agli avvenimenti della chiesa apostolica con il martirio di Stefano e il giorno dopo con il ritorno alla Domenica di Risurrezione per ricordare la testimonianza di San Giovanni evangelista, per poi ripiombare ai giorni della nascita per onorare i santi martiri innocenti, cioè i bambini fatti trucidare da Erode nel tentativo di difendersi dal nuovo Re appena nato. In questa Domenica della Santa Famiglia poi, in poche righe e con opportuni tagli, vengono condensati alcuni anni dell’infanzia di Gesù in modo che la sua nascita, avvenuta secondo le profezie a Betlemme, la città di Davide, si completi con la sua vita a Nazareth perché secondo le profezie “sarà chiamato Nazareno”. La lettura teologica che l’evangelista Matteo compie degli avvenimenti della nascita di Gesù è proprio quella che dobbiamo fare anche noi. Non tanto cercare i riferimenti storici e le assonanze con situazioni o storie attuali, sempre possibili ed istruttive ma certamente mancanti del senso divino di quegli avvenimenti. La chiave di interpretazione degli avvenimenti natalizi non è la storia ma viceversa è la presenza di Gesù che adesso deve dare un significato unico alla nostra storia di uomini, perché Dio è venuto sulla terra per essere uno di noi e perché ciascuno di noi si rimetta in cammino verso Dio facendolo diventare il vero senso e scopo della vita. Le strutture del potere non sono stravolte da Gesù, egli è venuto a cambiare il nostro cuore, e sappiamo bene che solo l’amore che egli ha praticato ed insegnato può davvero cambiare la nostra vita e il nostro mondo così ferocemente preoccupato solo dei beni materiali. Nella fede del figlio di Dio fatto uomo noi ostinatamente vogliamo testimoniare il valore immenso della presenza di Dio tra gli uomini perché siamo tutti chiamati a vivere come suoi veri figli.


Nella foto don Natale, autore della riflessione