Crema News - La riflessione

Capodanno: Maria Santissima, Madre di Dio


La Parola:      Nm 6, 22-27  Sal 66  Gal 4,4-7  Lc 2,16-21


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.


La pienezza della gioia per la nascita del Figlio di Dio si completa nell’ottava del Natale con la gratitudine e l’ammirazione di tutti noi alla Santa Madre di Dio, Maria santissima. Nella più completa distrazione del mondo, preoccupato di scongiurare la paura del nuovo anno perché accadano meno terremoti, incendi, inondazioni, incidenti e malattie, pur sapendo che anche le tonnellate di auguri e i settantadue milioni di tappi volati solo in Italia non fermeranno neanche un virus del prossimo, semplice raffreddore che ci prenderemo, noi cristiani invece sappiamo bene a chi affidarci per avere l’unica vera ricchezza necessaria, la pace, il grande dono di Dio agli uomini che egli ama. Di fronte ad eventi così grandi, come l’incarnazione della Parola eterna del Padre e l’inizio della Salvezza per tutti gli uomini, ancora ci viene proposto il semplice segno del bambino che giace nella mangiatoia, il praesepium. Con la piccola aggiunta che anche lui, come tutti gli ebrei prima ancora di poter parlare e scegliere, con buona pace di chi ancora oggi, anche nella chiesa di Cristo, sostiene poco evangelico imporre il segno del battesimo ai piccoli appena nati, viene circonciso ed entra a far parte della millenaria storia del suo popolo, ancora oggi purtroppo preso in giro e perseguitato in modo davvero assurdo e senza alcuna ragione. Pur con tutti i distinguo necessari per certe scelte politiche o ideologiche, perché anche il sionismo può diventare un fondamentalismo pericoloso, non dobbiamo mai dimenticare che la prima pace donata di Dio è proprio la rottura del muro di separazione che divideva i popoli per fare di tutti noi un solo popolo nuovo, come aveva già capito perfettamente anche S. Paolo. Non sprechiamo parole con gli auguri se non siamo davvero intenzionati nel cuore a lavorare per la pace e il dialogo in casa, nella nostra società e nel mondo intero. Non è trovando un nemico a cui dare la colpa che possiamo migliorare la nostra vita. Tocca invece proprio a ciascuno di noi scoprire il progetto e la volontà che la Parola di Dio ha per ognuno di noi e agire di conseguenza perché la fede che abbiamo nel cuore diventi vita vissuta, amore di Dio incarnato nei nostri corpi, visibile grazie alle nostre parole ed opere.


Nella foto, don Natale, autore della riflessione