Crema News - La riflessione di don Natale Grassi Scalvini Crema News

XXVIII Domenica ordinaria C

La Parola: 2Re 5,14-17 Sal 97 2Tm 2,8-13 Lc 17,11-19:

+ Dal Vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

La scorsa Domenica ci siamo sentiti interpellati personalmente dalle parole del vangelo sentendoci davvero simili agli Apostoli, in quanto credenti ma sempre bisognosi, come loro, dell’aiuto di Dio per aumentare la nostra fede. Oggi invece, essendo protagonisti del brano un gruppo di lebbrosi e un samaritano rischiamo di sentirci esclusi. In effetti probabilmente non conosciamo personalmente nessun lebbroso o samaritano ma ugualmente il Vangelo ci invita almeno a due importanti riflessioni. La prima penso che la meritino i lebbrosi, ancora presenti nel mondo, anche se in Italia abbiamo solo una decina di casi all’anno. Eppure proprio da noi l’ultimo lebbrosario, cioè un luogo dove segregare ed emarginare i malati di lebbra, è stato chiuso solo nel 2011, oltretutto per motivi giudiziari. Segno evidente che la paura del contagio, per quanto non possa essere più reale nella nostra terra, ispira comunque atteggiamenti di emarginazione. La paura della malattia, del diverso, in generale dell’altro, ci spinge ancora ad agire in modo non cristiano. Gesù infatti ci mostra proprio oggi una disponibilità totale ad incontrare tutti, anche i lebbrosi, ed è questo suo esempio che noi dobbiamo seguire per essere suoi veri discepoli. Invece a volte mi pare che riusciamo perfino ad emarginare anche Dio, lasciandogli solo lo spazio della messa domenicale e pensando a tutt’altro durante la settimana, sicuri che una volta chiuso il tabernacolo non possa più venire a disturbarci. Quanta strada ci resta ancora da fare per poter seguire Gesù nella via da lui tracciata. Ed anche per il secondo atteggiamento su cui riflettere non possiamo sentirci tanto tranquilli. Sappiamo bene che il ringraziamento dovrebbe essere un atteggiamento quotidiano diffuso e normale per tutta la ricchezza dei beni materiali e spirituali che Dio ci ha offerto. Ma probabilmente su questo argomento le nostre percentuali sono basse come quelle del vangelo: forse una volta su dieci ci ricordiamo di ringraziare Dio e i fratelli per quanto ci donano. Il richiamo di Gesù quindi è ancora molto concreto e indirizzato proprio a noi. Innanzitutto nel cercare di vincere le tentazioni di esclusione ed emarginazione verso gli altri, come ha fatto lui. Ma anche nel ricordarci più spesso, ogni giorno e non solo alla domenica durante l’eucarestia (che significa proprio ringraziamento), di ringraziare il Signore per l’amore che lui fa giungere a noi anche attraverso l’opera di tanti nostri fratelli.

(non prendete il vizio, ma se vi fidate la canzone da ascoltare è ancora di Bob Dylan: Saved)

Nella foto, don Natale Grassi, con alcuni sacerdoti