Crema News - La riflessione di don Natale Grassi Scalvini Crema News

XXXII Domenica ordinaria C

La Parola: 2Mac 7,1-2.9-14 Sal 16 2Ts 2,16-3,5 Lc 20,27-38

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Mancano due Domeniche alla festa di Cristo Re, che completa l’anno liturgico, e come sempre in questo periodo siamo invitati a riflettere e pregare sul destino finale di noi tutti fedeli seguaci di Gesù: la partecipazione alla sua gloria. Anche il ricordo dei nostri fedeli defunti di questa scorsa settimana ci può aiutare a rafforzare la nostra fede nella promessa di resurrezione finale. Certo la domanda posta a Gesù, in forma volutamente paradossale per suscitare ironia e sarcasmo verso i creduloni nella vita eterna, si mostra in verità alquanto maldestra, rivelando una concezione della vita eterna e quindi anche di Dio e della sua potenza davvero infantile e ridicola già in sé. Troppo facile quindi per Gesù rispondere a tale quesito puerile con la conferma che probabilmente la vita eterna non è esattamente la fotocopia, ingrandita o sbiadita, a secondo della fantasia, della vita terrena che tutti noi sperimentiamo. Dobbiamo comunque trattenere il nostro biasimo verso gli avversari di Gesù. In fondo, come tutti noi, si sono immaginati la vita ultraterrena basandosi sull’unica esperienza concreta che hanno. E non dimentichiamo che nei secoli passati tanti pensatori, anche cristiani, si sono cimentati nell’immaginare come possa essere il futuro eterno di noi uomini (a parte Dante che, visti i particolari che racconta, pare ci sia stato davvero nell’aldilà…). Ma la parola che rasserena i nostri cuori e ci spalanca davvero alla gioia di essere amati dal Signore è quella che conferma la realtà più vera e profonda del nostro Dio: Lui è il Dio dei vivi, non dei morti. In un mondo che sembra far di tutto per nascondere e dimenticare la morte e nello stesso tempo, in mille modi, con la violenza, la guerra e l’odio, ma anche con leggi sempre più ’aperte’ alle libere e consapevoli scelte dell’individuo, riesce a dare la morte a tanti uomini di ogni età, abbiamo proprio bisogno della fede in Dio che ci assicura il primato insuperabile della vita. Anche dal punto di vista fisico, basti pensare ai due principi della termodinamica, i fondamenti della nostra realtà materiale, la vita è un assurdo, non dovrebbe né potrebbe esserci per le teorie del caso. Ma grazie a Dio non solo c’è ma è anche destinata all’eternità, nelle forme che solo lui conosce e ha previsto per i suoi amati figli. Il vero problema di senso non viene dalla morte. Quando uno è nato non può più sfuggire al destino di morte fisica. Il vero problema è la vita, da dove viene e perché. Il nostro impegno principale su questa terra è proprio quello di capire il senso della nostra vita, o come direbbe Gesù, il progetto che Dio ha per ciascuno di noi. La certezza di essere destinati alla vita eterna dall’amore del Dio dei vivi, dà un valore eterno ad ogni nostra scelta quotidiana, perché il nostro destino futuro lo costruiamo già adesso, giorno per giorno, con le nostre opere compiute secondo la volontà d’amore del Padre.

Nella foto, don Natale, autore della riflessione