Crema, 08 maggio 2016

L'Unione Sindacale di Base, in merito alla decisione del Consiglio di Amministrazione di Padania Acque, presieduto da Claudio Bodini, con amministratore delegato Alessandro Lanfranchi, di assumere due nuovi dirigenti, il direttore generale e il direttore tecnico, esprime le seguenti valutazioni.

In primo luogo concorda con la protesta di aziende cremonesi specializzate nella ricerca di personale che non sono state interpellate da Padania Acque, ritenendo un dovere, da parte di una azienda totalmente pubblica, effettuare un bando per la ricerca di ditte, studi, aziende, che operano per il reperimento di personale.

Inoltre si ritiene esagerata la somma di 50.000 euro per ricercare due dirigenti; Bodini e gli amministratori di Padania Acque si ricordino sempre che tutte le spese che loro deliberano sono pagate in bolletta dagli utenti.

Padania Acque, oltre all'amministratore delegato Lanfranchi, ha in organico tre dirigenti e ben nove quadri, l'Unione Sindacale di Base ritiene che prima di effettuare la ricerca di questi due dirigenti, la verifica andava fatta sulle risorse interne.

Pagare 200 mila euro un direttore generale, senza peraltro chiedere nel bando neppure il requisito della laurea, ci sembra decisamente esagerato. Noi cittadini non abbiamo fatto una battaglia per realizzare una gestione pubblica della risorsa e bene comune acqua, per vedere finire i soldi delle nostre bollette nel pagamento di strutture e sovrastrutture varie.

Caro Bodini e cari consiglieri, in una fase di crisi economica come questa, cifre di questo tenore sono un insulto a tutti coloro che vivono di salario, di pensioni minime, di lavori precari o saltuari.

L'Unione Sindacale di Base chiede al cda di Padania Acque di ridurre e rendere pubblici i compensi dei due nuovi dirigenti, di assumerli con incarichi a tempo determinato, con verifiche periodiche, rese pubbliche del loro operato

Per il futuro chiede che le assunzioni, tutte, avvengano tramite bandi di reperimento pubblici, senza eccezione alcuna.

Nella foto, Piergiuseppe Bettenzoli