Crema, 25 novembre 2020


Dopo quello dello scorso anno dedicato a Lucia Piloni, è stato stampato in questi giorni il secondo Quaderno del periodico @Sinistra, dal titolo “Peppino Impastato, prezioso esempio di antimafia sociale”, a cura di Fausto Lazzari, con importanti contributi, che rendono il lavoro particolarmente originale. Purtroppo la situazione pandemica non consente al momento la presentazione al pubblico, prevista in questi giorni di fine novembre 2020; rinviata a tempi migliori, nel frattempo è stata predisposta una pagina facebook creata da Alessia Parolari, che raccoglierà tutte le informazioni, le interviste e le notizie legate al volume. Per accedere alla pagina fb, completa di riferimenti telefonici, sito e indirizzo mail, bisogna digitare: Peppino Impastato, prezioso esempio di antimafia sociale, il sito di riferimento è http://asinistracrema.wordpress.com e il recapito telefonico per acquistare il quaderno, che ha un costo di 5 euro, è 338 8289089. Fra le significative firme che hanno contribuito alla realizzazione del quaderno, pubblicato dal Partito della Rifondazione Comunista di Crema, ci sono quelle dell’ex segretario nazionale del partito Giovanni Russo Spena, già promotore della relazione parlamentare “Anatomia di un depistaggio” per rendere giustizia all’uccisione di Impastato, del regista Marco Tullio Giordana, già autore del film “I cento passi”, del maestro Alex Corlazzoli, dell’antropologo Gilberto Polloni, degli amici di Peppino, Faro Di Maggio e Salvo Vitale, del giovane Simone Antonioli, di Elena Simeti, responsabile della Libera Masseria “Una casa anche per te”, del poeta siciliano Lillo Sciortino e del segretario di Rifondazione a Crema, Beppe Bettenzoli. La grafica del quaderno è stata curata da Angelo Valenzano. Le parole qui di seguito riportate sono di Fausto Lazzari, tratte dalla presentazione del piccolo volume. “Caro Peppino, - scrive Lazzari - so che abbiamo condiviso una uguale voglia di cambiare il mondo, per vederlo più giusto e uguale. Per di più, tutto questo desiderio di cambiamento lo hai vissuto in un contesto estremo e drammatico, dentro al cuore di una Sicilia pericolosa, dove la mafia non ti ha fatto né sconti né regali. Tuttavia, hai saputo sfruttare al massimo quel minuscolo spazio di libertà individuale che ti sei creato attorno, hai continuato a nutrire il significato di una dignità umana che ti ha caratterizzato in ogni momento della tua seppur breve vita”. Bettenzoli ricorda quel giorno a Crema, in una appassionata rivisitazione storica e scrive: “Non dimenticherò mai quella mattina del 9 maggio1978, la televisione diede la notizia che il “terrorista” di Democrazia Proletaria, Peppino Impastato di Cinisi, era saltato in aria mentre metteva una bomba sui binari per farla esplodere al passaggio del primo treno, quello che portava i lavoratori e gli studenti a Palermo. Quella mattina era la stessa del ritrovamento del cadavere dell’onorevole Aldo Moro. All’epoca ero il segretario cremasco di Democrazia Proletaria e quel giorno il mio telefono di casa squillò in continuazione, il primo a telefonare un compagno delegato che lavorava alla Nardi, a Milano, mi faceva presente che in fabbrica ci attaccavano come amici dei terroristi. Organizzai una riunione alla sera per confrontarci e prendere una posizione, sentii telefonicamente i dirigenti regionali e nazionali perché non conoscevo personalmente Peppino, però ero sicurissimo che per nessun motivo un compagno di Democrazia Proletaria poteva aver ideato e realizzato un attentato terroristico ad un treno di pendolari. Sulla base delle informazioni ricevute stilammo un comunicato nel quale sostenevamo che Peppino era stato ucciso dalla mafia, denunciavamo i depistaggi da parte dei carabinieri, dei magistrati e della stampa, tutti impegnati a distruggere la memoria e tutta l’attività politica realizzata da Peppino e i suoi compagni. Per ricordare Peppino, il suo impegno contro la mafia e per la legalità, per denunciare i compromessi tra mafia e potere, decidemmo di intitolare la sezione di Democrazia Proletaria di Crema a Peppino”.


Nelle foto, Peppina Impastato e il quaderno