Crema News - Crema - Sciopero La foto è esemplificativa

Crema, 29 marzo 2024

I Sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs annunciano un imminente sciopero in risposta alla persistente mancanza di accordo per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro della distribuzione moderna organizzata, scaduto dal 31 dicembre 2019. Le ostilità negoziali con Federdistribuzione hanno raggiunto un punto di rottura irrimediabile, evidenziando una totale disattenzione verso i diritti e le esigenze dei lavoratori del settore.

Lo sciopero nazionale è stato proclamato per sabato 30 marzo 2024 e vedrà i dipendenti astenersi dal lavoro per l'intera giornata. A Cremona, in concomitanza dello sciopero, si terrà un presidio dalle 10:00 alle 11:00 di fronte alla Lidl di via Seminario a Cremona.

Angelo Raimondi, Segretario Generale di Filcams Cgil Cremona, denuncia: "Le pretese irrealistiche di Federdistribuzione mirano unicamente a minare i diritti acquisiti dai lavoratori. Non possiamo tollerare ulteriormente questo atteggiamento di disprezzo. Dopo 51 mesi dalla scadenza del primo (e ultimo) CCNL sottoscritto non accenna ad attenuarsi la ritrosia patologica di Federdistribuzione".

Rincara la dose Gildo Comerci, alla guida di Fisascat Cisl Cremona/Mantova: "L'incapacità di Federdistribuzione di proporre un accordo equo sottolinea una chiara volontà di dequalificare il lavoro nel nostro settore. Il suo schema negoziale è di mortificazione dei lavoratori".

Marco Tencati, Segretario provinciale UiltucsCremona, sottolinea: "La dignità professionale e il riconoscimento economico dei lavoratori non sono merce di scambio. Ci batteremo per garantire condizioni di lavoro giuste e sostenibili. Quella di Federdistribuzione è irresponsabilità, palesata in continue richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie".

I punti di contesa includono la richiesta da parte di Federdistribuzione di una flessibilità lavorativa incontrollata, lo smembramento del sistema di classificazione del personale, e un'insensata riduzione della dignità professionale attraverso il sotto inquadramento del personale. Queste richieste, inaccettabili, porterebbero a un degrado delle condizioni lavorative nel settore.