Cremasco 19 settembre 2020


Riprende la lite tra gli otto comuni dissidenti da Scrp, sindaci che pretendono, come da sentenza, la loro parte di azioni.


"Abbiamo letto la relazione che Aldo Casorati, presidente dell’Area Omogenea, ha esposto ai soci durante l’assemblea di giovedì dieci settembre in merito al risultato a noi favorevole del lodo Scrp.

Non entriamo in merito alle argomentazioni a difesa del suo operato e del consiglio di amministrazione di Scrp.  Dovremmo infatti ribadire quanto sosteniamo da anni e non ci sarebbero problemi a documentare le nostre affermazioni critiche nei confronti della società, documentazione sempre mostrata e critiche mai smentite.

Documentazioni e critiche che ci riserviamo di ribadire in un confronto pubblico con uno dei nostri rappresentati e lo stesso Casorati. Incontro che abbiamo proposto alcune settimane fa e che il presidente si è detto disponibile ad accettare. Attendiamo di sapere quando e dove.

 Ci preme però respingere con forza e senza esitazioni l’accusa di essere usciti da Scrp per una mera questione economica. Per incassare le nostre quote.

Non è così. Lo diciamo forte e chiaro. Il nostro dissenso non è frutto dell’improvvisazione, ma di una critica costante e puntuale iniziata alcuni anni  fa ed esplicitata senza reticenze durante tutte  le assemblee di Scrp alle quali abbiamo partecipato, ma sempre risultata voce nel deserto.

 Casorati insite nel sostenere che i nostri comuni incasserebbero le quote senza avere sborsato nulla. Ma se i nostri comuni non hanno sborsato nulla, neppure gli altri comuni hanno messo nulla.

Il corrispettivo delle quote non è frutto di una nostra invenzione, ma di un valutazione delle azioni fatta da una società specializzata incaricata dalla stessa Scrp. Valutazione approvata dall’assemblea dei soci durante la seduta di bilancio 2017 e non contestata durante l’arbitrato, quindi accettata senza eccezioni dalla controparte.

Vorremmo infine precisare che abbiamo esercitato un diritto previsto dal codice civile e confermato durante un’assemblea dei soci dell’aprile 2017 dall’allora presidente del consiglio di amministrazione di Scrp. A una precisa domanda di un socio sulla possibilità di recesso, il presidente ha risposto «Con la modifica statutaria Scrp potrà appaltare l’affidamento di servizi di interesse generale, economici e non, lavori e acquisizioni di beni e servizi». Saranno «eliminate alcune attività dell’oggetto sociale, di fatto ormai superate da tempo. Trattandosi di una modifica sostanziale del precedente indirizzo societario i soci che lo volessero potranno esercitare il diritto di recesso».

Riposta riportata dai media e mai smentita.

Facciamo infine notare che nonostante questa dichiarazione, l’indicazione del codice civile e la legittimità del nostro diritto sancito dal risultato del Lodo, l’assembla dei soci (come sottolineato da Casorati) ha voluto andare per vie legali in nome dell’unita del territorio.

Ci sia concessa una considerazione amara: non è rivolgendosi agli avvocati che si tiene unito il Cremasco. Non si ottiene l’unità costringendo un socio a restare in una società se non vuole rimanerci. A maggior ragione se esercita il suo diritto di andarsene. Senza dimenticare che non si costruisce l’unità di un territorio con una società.  Questa è la realtà. Il resto è accademia e soldi spesi per le spese legali".


I sindaci receduti: Gabriele Gallina (Soncino); Antonio Grassi (Casale Cremasco Vidolasco); Roberto Moreni (Casaletto di Sopra) Rosolino Bertoni (Palazzo Pignano); Attilio Polla  (Romanengo); Nicola Marani  (Salvirola); Mauro Agarossi (Ticengo); Angelo Barbati )Trescore Cremasco)


Replica Aldo Casorati


"Dopo aver letto la risposta dei Sindaci recedenti da SCRP che affermano di non essere usciti da SCRP per i soldi mi preme fare alcune precisazioni:

Avevo assicurato sulla chat dei Sindaci nella settimana di Ferragosto, che avrei indetto una riunione con tutti i Sindaci dell' Area Omogenea per confrontarci e discutere sullo intero iter che ha portato al recesso da parte di 8 Comuni.

Ho naturalmente mantenendo il mio impegno convocando l' Assemblea per Giovedì 10 Settembre alle ore 18.

Ho anche ricevuto da parte degli 8 Comuni una richiesta di confronto pubblico che ho naturalmente accettato. Era mia intenzione concordare data e luogo al termine della assemblea dopo essermi confrontato con tutti i Sindaci 

Alle 17,03 di Giovedì 10 Settembre ho ricevuto una mail del Sindaco di Romanengo, a nome degli 8 recedenti, che mi informava che non avrebbero partecipato alla riunione in quanto il "lodo arbitrale ha definito il recesso degli 8 comuni dalla Società partecipata SCRP"

Questa decisione Arbitrale era già nota un mese fà e la decisione di non partecipare viene presa un'ora prima dell' Assemblea. Lascio ai lettori il giudizio su questo comportamento. Chi non si presenta ad un confronto con tutti i Sindaci, non mi chieda per favore di fare un confronto pubblico. 

La risposta alla mia relazione molto dettagliata e precisa che vi allego, e vi invito a riassumere si limita al solito refrain "del diritto di uscire, di non averlo fatto per i soldi, di non avere diviso il territorio, ma non c'è uno stracco di risposta a tutto quanto Casorati ha esplicitato con concetti, numeri, e azioni promesse e realizzate proprio per accogliere le critiche sollevate verso la conduzione della Società.

Per quanto riguarda l' accusa di essere usciti per incassare le proprie quote senza aver investito nulla è pura verità

Tutti i Soci sono ben consapevoli che:

  • Una uscita di qualche comune non riceverebbe lo stesso vostro indenizzo per quota posseduta, in quanto il patrimonio della società si è ridotto e questo è un fatto del tutto normale in quanto non siamo più una società con un importante patrimonio e il capitale sociale si riduce. Ci vorrà del tempo e del lavoro per ripristinarlo.
  • Una eventuale uscita importante di altri Comuni con pari quote porterebbe molto probabilmente alla liquidazione della Società. I dipendenti verrebbero licenziati. Il liquidatore dopo aver venduto a prezzo di liquidazione tutti gli asset ripartirà fra i vari comuni il capitale rimasto che sarebbe di gran lunga inferiore al capitale a libro con il quale gli 8 recedenti sono passati all'incasso.

Questa cari Sindaci è la cruda verità, come ho sopra ben evidenziato, noi che siamo rimasti siamo più poveri. Anche voi cari amici, se foste rimasti sareste in questo momento più poveri. Avete scelto, con grande tempismo il momento migliore per uscire. Noi invece abbiamo scelto di stare insieme, di lavorare e di scommettere sul futuro, con una società che da 60 anni con varie trasformazioni e anche con difficoltà ha lavorato per questo territorio basandosi su due valori importanti "condivisione e solidarietà" Il resto è veramente Accademia"


Nelle foto, Grassi e Casorati