Crema News - Tra una settimana il giudice decide

Crema, 27 novembre 2019

Gli atti che Signoroni ha fatto da presidente della provincia dopo la sua elezione del 25 agosto sono validi oppure no? Lo decide mercoledì un giudice del tribunale del Tar di Brescia che esaminerà il ricorso della Lega, rappresentata dall'avvocata Raffaella Bordogna. La decisione riguarda quel che Signoroni ha fatto dal 25 agosto al 3 ottobre, data nella quale si è dimesso, dopo che il segretario generale della provincia, Maria Rita Nanni, nel suo ultimo giorno di lavoro, ha fatto sapere a tutti che lo stesso SIgnoroni non era né eleggibile né candidabile, in quanto all momento della candidatura rivestiva il ruolo di vice presidente dell'Ato, carica dalla quale si è dimesso dopo la metà di settembre. Quindi, gli atti eseguiti da un presidente che non può rivestire il suo ruolo possono essere considerati validi? Se il giudice dice no, crolla un castello. Se, invece, tiene tutto buono, si passa all'udienza del 12 dicembre nella quale Bertoni rivendita la presidenza perché il candidato che ha vinto lo scorso 25 agosto non era candidabile e quindi era ineleggibile. Ergo: se il primo viene squalificato, passa il secondo.

In tutta questa storia, c'è anche chi punta il dito, come Piergiuseppe Bettenzoli il quale, a nome di Rifondazione, chiede l'abrogazione della legge Delrio, che ha azzoppato le province con una legge fatta a metà.

Ecco il peana di Bettenzoli


"Mirko Signoroni è stato rieletto presidente della Provincia di Cremona, grazie al voto di 281 amministratori comunali, solo il 22,30 % degli aventi diritto è andato a votare.

Più che un presidente mi sembra un'anatra zoppa, non rappresenta neppure il 50 % degli amministratori comunali (sindaci e consiglieri), un risultato che dovrebbe far riflettere tutti coloro che si battono per la democrazia.

Nelle elezioni comunali se si presenta una sola lista deve andare a votare almeno il 50 % più uno dei cittadini elettori; grazie all'assurda legge voluta dal ministro Delrio non esiste quorum per le lezioni provinciali.

Questa legge è stata voluta al tempo del governo Renzi, quando il fiorentino voleva stravolgere la Costituzione, abolendo le province.

La maggioranza degli elettori ha detto NO, la Costituzione non si tocca, ed è rimasta una legge illiberale, antistorica, che impedisce ai cittadini di esercitare il voto per le elezioni degli organi provinciali.

Si deve tornare al suffragio diretto, i cittadini hanno il diritto di votare per i propri rappresentanti, si deve abrogare la legge Delrio e riportare la democrazia nelle province che, costituzionalmente, non sono enti di serie B".


Nella foto, Mirko Signoroni e Rosolino Bertoni