Crema, 19 febbraio 2020

Il metro della felicità è un libro divertente e al tempo stesso profondo, che nel ridisegnare i confini del nostro sguardo sul mondo ci aiuta a capire qualcosa in più delle leggi economiche che lo governano. E di noi stessi. 


Tutti gli economisti, ma proprio tutti, ve lo assicuro, parlano di felicità. E alla felicità delle persone vogliono arrivare attraverso le scelte e le politiche che promuovono. 

Esiste uno strumento in grado di misurare la felicità? Il denaro è ancora un elemento imprescindibile del benessere di un individuo e di una nazione? Perché il livello del Pil – il famigerato prodotto interno lordo da cui dipendono le nostri sorti – è così importante? È davvero un indicatore affidabile oppure aveva ragione Bob Kennedy quando, in un famoso discorso tenuto nel 1968 alla Kansas University, fece notare che il Pil «mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle»? Prendendo spunto da questi e altri interrogativi il libro di Luciano Canova cerca di sfatare un luogo comune duro a morire: che gli economisti, alfieri di una «scienza triste», non si siano mai occupati di felicità. È vero il contrario. Insieme ai filosofi, i primi a porsi la domanda cruciale – che cosa ci serve per vivere una vita migliore? – sono stati i padri della scuola neoclassica. Poi, soprattutto nell'ultimo mezzo secolo, fior di economisti e premi Nobel – da Easterlin a Kahneman, da Samuelson a Kunets – hanno proseguito il loro cammino, dedicandosi allo studio delle principali dinamiche comportamentali che inducono le persone a compiere certe scelte, anziché altre, in tema di lavoro, acquisti, tempo libero, relazioni sociali. I risultati dei loro esperimenti empirici – che Canova riassume in maniera semplice e illuminante – mostrano che accanto al reddito e alla salute vi sono altri elementi che concorrono a una vita felice: la propensione alla generosità, il supporto sociale, la libertà di prendere una decisione in autonomia, il grado di fiducia nella comunità in cui si vive, e in particolare la motivazione, vero e autentico motore delle decisioni. Ecco perché politiche ispirate alla sola crescita economica e materiale rischiano di perdere di vista il ruolo giocato da altri fattori imponderabili ma di assoluto valore per una società complessa come quella attuale, alle prese con la rivoluzione digitale e l'avvento dei Big Data. Il metro della felicità è un libro divertente e al tempo stesso profondo, che nel ridisegnare i confini del nostro sguardo sul mondo ci aiuta a capire qualcosa in più delle leggi economiche che lo governano. E di noi stessi. 


Nelle foto, Luciano Canova e la locandina