Crema News - Contro l'epatite C ci vuole fegato

Crema, 28 luglio 2022

Alla data del 22 luglio 2022, erano oltre 2500 i test effettuati sul territorio di ATS Val Padana nell’ambito dello screening gratuito per l’Epatite C, lanciato dal Ministero della Salute, al quale ha aderito Regione Lombardia; di questi, al termine del percorso di approfondimento diagnostico di I e II livello ancora in corso, è stato ad oggi identificato 1 soggetto con infezione in atto, preso in carico per la terapia antivirale.

Lo screening gratuito per HCV può essere effettuato, previo consenso informato, nei punti prelievo che aderiscono all'iniziativa e nelle strutture che partecipano alla campagna durante un eventuale ricovero. Attualmente, nelle province di Cremona e Mantova sono 9 le strutture sanitarie - tra ASST, case di cura private e centri medici - che hanno aderito al programma, delle quali solo le ASST effettuano test di II livello.


ASST di Crema: inizio screening 1° giugno 2022; livello 1° e 2°; test eseguiti 761

Centro Medico Residenziale San Lorenzo - Crema: inizio screening 4 luglio 2022; livello 1°; test eseguiti 140.


Il test è gratuito per le persone nate tra il 1969 e il 1989 mai trattate per infezione da HCV e viene proposto – o può essere richiesto – in occasione di un prelievo per altri esami di laboratorio o durante un ricovero (anche in regime di Day Hospital o di Day Surgery).

Il test di primo livello prevede un prelievo di sangue standard (da vena periferica) per la ricerca degli anticorpi anti-HCV, effettuato contestualmente agli esami del sangue di routine; il risultato del test viene consegnato insieme agli esiti degli esami. In caso di positività, il cittadino viene contattato per un approfondimento diagnostico di secondo livello.

“È importante aderire allo screening offerto in forma gratuita da Regione Lombardia – spiega il dr. Luigi Vezzosi, dirigente medico della UOS Malattie Infettive dell'ATS Val Padana, coordinatore del programma sul territorio -, dal momento che alcuni casi di Epatite C potrebbero sfuggire alla diagnosi, in quanto l’infezione, che ricordiamo essere la principale causa di cirrosi e cancro del fegato in Italia, è spesso asintomatica”.

“Questa campagna di screening, alla quale le nostre strutture sanitarie hanno prontamente aderito, è una straordinaria opportunità in termini sia di protezione individuale che di salute pubblica - dichiara il Direttore Generale di ATS, Salvatore Mannino - che consente di effettuare una diagnosi precoce e intervenire tempestivamente in modo risolutivo. Rivolgo pertanto un appello a tutti coloro che hanno le caratteristiche per potere accedere, affinché dichiarino proattivamente la propria volontà di sottoporsi al test di screening; al tempo stesso, rivolgo un appello anche a tutti gli operatori sanitari, affinché si adoperino attivamente nell’informare adeguatamente ed incentivare così l’adesione a questa iniziativa.”

(Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito di ATS al link https://www.ats-valpadana.it/en/screening-epatite-c )


Dall'epatite C si guarisce

Si calcola che nel nostro Paese tra l’1% e l’1,5% della popolazione sia affetta da Epatite C; in Lombardia, si stima che circa 150.000 persone presentino l’infezione da HCV.

Fino al 2015 in Italia moriva 1 persona ogni 30 minuti per le conseguenze dell’Epatite C; oggi, fortunatamente, sono disponibili cure con farmaci che portano alla guarigione in più del 95% dei casi, con scarsi effetti collaterali.

 Per quanto riguarda la provincia di Cremona, l’incidenza – intesa come il numero di casi nuovi registrati ogni anno – è contenuta e pressoché stabile. “Nell’arco degli ultimi dieci anni - afferma Angelo Pan, direttore dell’U.O. Malattie Infettive dell’ASST di Cremona - sono stati trattati dal nostro servizio circa un migliaio di pazienti risultati positivi, tuttavia è difficile determinare l’effettiva incidenza sulla popolazione territoriale, perché molto spesso la malattia si presenta in forma asintomatica. Lo screening è uno strumento che può aiutarci a determinare la dimensione di questa infezione, soprattutto nella fascia critica presa in considerazione, ovvero chi ha un’età compresa indicativamente tra i trenta e i cinquant’anni. La trasmissione del virus HCV avviene per via ematica, per esempio con trasfusioni, scambio di siringhe e aghi infetti (in casi di tossicodipendenza), nell’ambito di procedure medico-chirurgiche o più raramente può avvenire tramite rapporti sessuali o entrando in contatto con oggetti taglienti contaminati (per esempio rasoi, lamette, forbici per le unghie o simile). Il contagio non può avvenire per via orale né alimentare”.

 “In Italia, negli ultimi decenni si è assistito a un mutamento profondo dell’epidemiologia delle epatiti virali per il miglioramento delle condizioni igieniche e socio-economiche ed una miglior consapevolezza del rischio di trasmissione delle infezioni virali ma, nel caso dell’epatite C, la sua storia naturale è pesantemente gravata dalla mancanza di un vaccino, nonostante le sperimentazioni in corso – spiega la dottoressa Fernanda Menozzi Responsabile Progetto Eliminazione HCV per ASST di Crema - . L’infezione acuta, conseguente al primo incontro con il virus, spesso ha un decorso asintomatico, in altri casi può causare modesti sintomi come stanchezza, inappetenza, nausea, dolori muscolari che mimano una forma influenzale. La mancanza di sintomi ne impedisce la diagnosi precoce e l’infezione quindi rimane misconosciuta”. In circa il 20-30% dei casi, nell’arco di 6 mesi avviene la guarigione dell’episodio acuto ma, nel 70-80% dei casi, cronicizza. “Nel corso della sua evoluzione può causare un progressivo danno al fegato – spiega ancora Menozzi -. La malattia cronica che di solito è benigna, in circa il 20-30% dei casi evolve, nell’arco di 10-20 anni, a cirrosi che aumenta il rischio di insufficienza epatica e, nel 5% dei casi, di tumore. Il virus però non causa solo malattia epatica, ma danneggia anche organi ed apparati diversi. “Si stima che le manifestazioni extraepatiche siano riscontrabili nel 75% dei soggetti portatori di virus C. La sua infezione può concorre a sviluppare steatosi epatica e il diabete, danneggiare i reni, il sistema cardio-vascolare, il sistema nervoso e indurre problemi ematologici e reazioni immunologiche patologiche. L’eliminazione del virus C si traduce quindi in un significativo beneficio clinico generale.”

 “La terapia per eradicare il virus – concludono entrambi i professionisti sanitari - ha compiuto passi da gigante proprio negli ultimi anni. I nuovi farmaci antivirali ad azione diretta sono estremamente maneggevoli: si assumono per via orale, sono ottimamente tollerati, molto efficaci e praticamente privi di effetti collaterali. Dopo solo 8-12 settimane di trattamento a seconda del farmaco utilizzato, si arriva alla guarigione in oltre il 99% dei pazienti, riducendo significativamente il carico di morbilità e mortalità”.