Crema News - La luce e il sale della terra

Cremasco, 05 febbraio 2023

Quinta Domenica ordinaria anno A

 La Parola: ​Sof 2,3; 3,12-13  Sal 145 1Cor 1,26-31 Mt 5,1-12:

 Dal Vangelo secondo MatteoMt 5,13-16

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Parola del Signore

 

(Don Natale Grassi Scalvini) In settimana son dovuto passare dalla mia dentista, quasi sempre quella da quarant’anni, visto che ora è la figlia a continuare l’opera della madre e, stando seduto in sala d’aspetto, ho notato un bel manifesto pubblicitario che prometteva un sorriso più luminoso. Nello stesso momento stavo pensando anche al vangelo di questa domenica e mi veniva da ridere pensando che Gesù magari volesse che noi fossimo la luce del mondo, proprio a partire dal nostro sorriso più luminoso.

Evidentemente dopo l’inizio così impegnativo ed esigente del discorso della montagna, quello delle beatitudini ascoltato domenica scorsa, non credo proprio che il Signore si possa accontentare di un bel sorriso da parte nostra: ci chiede tutta la vita esplicitamente votata a realizzare la sua volontà per poter essere davvero luce e sale della terra con le nostre opere e la nostra testimonianza.

Per la verità comunque mi è venuto da pensare che se forse noi cristiani cominciassimo anche con il sorridere un po’ di più, andando incontro agli altri con la gioia stampata sui volti invece di mostrarci tante volte abbastanza musoni e tristi, come certe nostre messe e appuntamenti liturgici, sarebbe già una bella testimonianza e una formidabile occasione per suscitare il desiderio di incontrare Gesù.   

Naturalmente non basterebbe un sorriso superficiale o peggio ancora una falsa serenità a rendere ragione della nostra fede e delle nostre scelte cristiane, ma comunque sarebbe un buon inizio. Poi subito però dobbiamo fare in modo di rendere contagiosa la gioia che abbiamo nel cuore e sui volti, contribuendo a rallegrare la vita di tanti nostri fratelli e sorelle magari oppressi dal bisogno, o dalla tristezza o semplicemente dal vuoto di ideali e significati per cui si possa passare una vita intera piena di tante cose materiali ma con il cuore triste e affaticato da mille pensieri e desideri falsi suscitati dalla pubblicità. Così facendo non ci sarebbe neanche bisogno di ridare o di cercare modi nuovi e strani per annunciare il Vangelo: basterebbero delle buone opere compiute col sorriso e le celebrazioni liturgiche con una partecipazione più personale e vivace, così da rendere quasi visibile il mistero della vita nuova che Cristo ci ha donato con la sua parola e la sua risurrezione.

Il primo passo è sicuramente quello di essere felici per quanto il Signore ci ha dato, senza essere noi per primi divorati dall’avidità delle cose materiali che domina la nostra società. Trovare poi qualcuno da amare anche molto semplicemente con una visita di cortesia o una parola buona, fino a giungere alla condivisione concreta dei nostri beni non è poi tanto difficile; ma per riuscire a farlo dobbiamo certamente allenare per bene il nostro cuore a essere sempre più simile a quello di Gesù, sempre pronto ad aiutare tutti quanti si presentavano a lui con qualche necessità.

Vedendo tutto il male e la cattiveria che c’è nel nostro mondo, tante volte condite anche da un po’ di stupidità e banalità, potremmo essere tentati di rinunciare al nostro compito di essere luce e sale della terra, sentendoci inadatti o semplicemente delusi per le volte in cui ci abbiamo provato senza riuscirci. Ma con la certezza della vicinanza continua e quotidiana del Signore non possiamo cedere allo sconforto e alla rassegnazione: la vittoria definitiva di Cristo sul male e sulla morte non deve compiersi solo alla fine dei tempi, ma cominciare subito, adesso e qui, in casa nostra, tra parenti e amici, nelle nostre strade e paesi, per poter giungere a tutto il mondo in vista del pieno compimento del Regno di Dio.

Magari non riusciremo a trasformare tutto secondo la logica del vangelo, ma cominciare a vivere meglio e con più gioia la nostra realtà quotidiana è certamente uno degli scopi principali della nostra vita di fede.


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini