Crema News - La moglie di sette fratelli

Cremasco, 06 novembre 2022

XXXII Domenica ordinaria C  

 

La Parola: ​Sap 11,22-12,2  Sal 144 2Ts 1,11-2,2  Lc 19,1-10:

 

Dal Vangelo secondo Luca ​​Lc 20,27-38

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello". C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Chi ha provato a fare qualche acquisto via internet ha già notato come poi per almeno una decina di giorni ci si ritrova con diverse offerte di articoli simili a quelli già presi. A volte mi sento lusingato che anche questi colossi mondiali del commercio telematico siano così attenti a me e ai miei desideri, ma normalmente non ne sono entusiasta perché mi sento come spiato.

Potrebbe sembrare che non a caso proprio in questa domenica, non solo perché si avvicina il completamento dell’anno liturgico, ci vengano proposti come ogni anno gli insegnamenti di Gesù che riguardano la fine dei tempi ma anche per venire incontro alla nostra situazione attuale, particolarmente attenta e sensibile a questo tema, visto che siamo nel bel mezzo dell’ottavario di preghiere per i nostri defunti Ma in realtà non siamo curati né sorvegliati da nessuno, anzi la coincidenza ci permette di continuare e approfondire la nostra preghiera e la nostra riflessione su uno dei momenti fondamenti e decisivi della nostra vita, cioè il passaggio da questa esperienza terrena al regno eterno della vita con Dio, consapevoli che i nostri cari defunti ci hanno solo anticipato nel giungere alla pienezza della vita.

Anche con le parole che abbiamo appena ascoltato Gesù oggi vuole innanzitutto sciogliere la nostra ansietà e i nostri dubbi e desideri di conoscenza riguardo il nostro destino finale. La nostra attuale esperienza e le consuetudini della nostra vita quotidiana non possono aiutarci a comprendere la realtà della vita eterna che ci aspetta nel regno dei cieli. Questo ci deve convincere subito a non perdere tempo ed energie nel cercare di capire come sarà, cosa ci aspetta e cosa faremo. Il centro dell’insegnamento di Gesù è proprio questo: la consapevolezza che il nostro Dio è il Dio dei vivi, della vita.

Quindi è qui e adesso, mentre viviamo ogni giorno il grande dono dell’esistenza che noi dobbiamo cercare di vivere sempre alla presenza di Dio, certi del suo amore e della sua vicinanza e ancor di più sicuri di dover rispondere in ogni momento della nostra vita ai suoi doni con risposte concrete di amore e condivisione con i fratelli cominciando a costruire il suo regno che sarà completo solo alla fine del tempo. 

Inoltre dobbiamo sempre ricordare che la preghiera che in questi giorni eleviamo a suffragio per i nostri defunti non solo è importante perché chiede la misericordia di Dio per loro, ma soprattutto perché aiuta tutti noi, ancora pellegrini sulla terra, a riconoscere come essenziale per la nostra realtà quotidiana il sentirci sempre alla presenza di Dio, abbracciati dal suo amore e dalla sua misericordia. 

Mentre lasciamo cadere le sterili e inutili curiosità su cosa ci aspetta nell’aldilà, cerchiamo di impegnarci seriamente e con l’adeguata responsabilità a servire i nostri fratelli, a partire da quelli proprio di casa nostra, per giungere agli uomini tutti, così che davvero non ci sia da aspettare un altro mondo per poter vivere bene e in pace, con una serenità condivisa che supera tutte le divisioni e le guerre che la stupidità di noi uomini ancora mantiene operanti in mezzo a noi. Se il Signore scorge in noi questo grande desiderio di pace e vede le nostre opere buone a favore della vita certamente non ci farà mancare il suo aiuto e sostegno, così da superare tutte le nostre resistenze e difficoltà.


Nella foto, don Natale in gita in montagna