Crema News - Non diventiamo servi inutili

Cremasco, 2 ottobre 2022

XXVII Domenica ordinaria C  

 

La Parola: ​Ab 1,2-3;2,2-4  Sal 94 2Tm 1,6-8.13-14  Lc 17,5-10:

 

Dal Vangelo secondo Luca Lc 17,5-10

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: "Accresci in noi la fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: 'Sràdicati e vai a piantarti nel mare', ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: 'Vieni subito e mettiti a tavola'? Non gli dirà piuttosto: 'Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu'? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: 'Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare'".

Parola del Signore.

 

Dopo la settimana passata in Africa per partecipare alla ordinazione episcopale di monsignor Alain Clement, è tornato felicemente a casa anche don Francesco e quindi abbiamo ripreso le abitudini di sempre, aiutandoci a vicenda, specialmente nei momenti dei pasti. Nessuno di noi due si sente minimamente servo dell’altro ma ognuno dà il proprio contributo nel preparare e riordinare la tavola.

La parola di Gesù invece ci parla proprio della esperienza quotidiana del pasto per ricordarci che nei confronti di Dio, il padrone della parabola, noi siamo semplicemente dei servi e per di più inutili. Ci sembra davvero un paragone un po’ troppo pesante per noi, che per la verità cerchiamo di seguire i suoi insegnamenti nella vita quotidiana, partecipando anche, ogni domenica, alla mensa eucaristica: qui nessuno di noi si sente servo, o addirittura schiavo, come sembra far intendere la parabola.

Anche se avessimo quel granellino di fede, che secondo Gesù ancora ci manca, quello che basterebbe per compiere azioni miracolose, al di là del corso naturale delle cose, come per esempio trapiantare una pianta nel mare, certamente non sarebbe sufficiente per poter accettare completamente questa semplice verità: di fronte a Dio il nostro compito è solo quello di realizzare il suo progetto su di noi, per la maggior gloria sua e per il conseguimento della nostra salvezza.

Quindi non ci resta che fare nostra la preghiera iniziale di oggi rivolta dagli apostoli al loro Maestro e Signore: ‘Aumenta la nostra fede!’.

Ne abbiamo tanto bisogno, non tanto per poter compiere gesti prodigiosi e ottenere così l’applauso degli uomini, visto che in un mondo dominato dalla comunicazione veloce, saremmo così subito al centro di mille attenzioni, magari con milioni di followers e la possibilità di diventare sicuramente degli influencer a livello planetario, ma piuttosto per guadagnare al più presto la fiducia totale del nostro Signore che si aspetta da noi la capacità di accogliere e compiere la sua volontà.

Proprio questa settimana, il 27 settembre per la precisione, abbiamo ricordato la figura di San Vincenzo de Paoli, un grande Santo e testimone della carità, il quale amava ripetere che lasciare la preghiera per servire il povero è pregare meglio perché si serve e si prega davvero direttamente il Signore. Forse il paragone del servire a tavola finche il padrone abbia mangiato a sazietà vuole proprio indicarci questa strada concreta per seguire gli insegnamenti di Gesù. Siamo cioè invitati a preoccuparci che ogni nostro fratello, specialmente il più povero e bisognoso, in quanto segno della presenza del nostro Dio in mezzo a noi, sia servito per primo e non abbia a mancare del pane quotidiano.

Anche oggi lo ripeteremo nella preghiera del Padre nostro, che ripetiamo spesso, anche ogni giorno; cerchiamo allora di non dimenticare mai che noi chiediamo il nostro pane quotidiano, per noi e quindi per tutti i nostri fratelli, tutti figli dell’unico Padre. Questo non significa che dobbiamo vivere noi in povertà privandoci del necessario per la nostra vita e per le nostre famiglie, per arricchire gli altri, ma certamente ci chiede di essere pronti a condividere anche i beni materiali, perché a nessuno manchi l’indispensabile e per poter così partecipare in pienezza e vera gioia innanzitutto alle nostre mense casalinghe, come poi anche alla mensa eucaristica della Domenica e infine e soprattutto alla mensa eterna nel regno dei cieli insieme a tutti i nostri fratelli amati dal Signore.


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione, dopo una scalata in montagna, a tavola con alcuni amici