Crea, 10 maggio 2022

Sabato scorso presso la sala Cremonesi del Sant'Agostino, conferenza dal titolo:"Una vicenda sconosciuta del Risorgimento Cremasco ". Promotore dell'iniziativa il Touring club di Crema e relatore Tino Moruzzi.

Anna Maria Messaggi, nelle vesti di Console del Touring club cittadino, ha introdotto Tino Moruzzi, relatore dell'evento, che ha messo in evidenza il complesso dei carteggi, della documentazione archivistica di Stato, che testimoniano la disputa tra la Regia Città di Crema e il Regio Impero Austriaco, in merito agli spazi frontalieri interni ed esterni della città di Crema.

Una controversia che si protrasse per ben quarant'anni, dal 1815 al 1855,nel corso storico del dominio austriaco, allora guidato dal generale Radetzky che governò a Milano e in Lombardia.

Con l'avvento al potere di Napoleone Bonaparte e il conseguente cambio di strategia militare, la Regia città di Crema perse la sua naturale peculiarità territoriale. 

In quel dato contesto storico, la città sostenne che le mura erano di sua pertinenza presentando un'apposita documentazione per far valere i propri diritti.

Crema assunse le connotazioni di città stato con una propria organizzazione territoriale, con una propria cultura, con un proprio statuto, con un proprio assetto urbanistico .

Nel frattempo la Repubblica Veneta si sciolse, la Rex publica venne trasmessa a tutte quelle comunità che furono poste nelle condizioni di dare vita a una repubblica. 

La Repubblica cremasca formo' un governo provvisorio il 28/03/1837 e vennero eliminate le leggi che avevano decretato le caratteristiche dello Stato. 

Col decreto di emanazione sovrana, si sottolineò con maggiore enfasi la proprietà degli spazi a favore della Regia città di Crema. 

Dal canto suo, il governo di Milano emanò due decreti e allo stesso tempo formulò delle domande tese ad avvalorare le ragioni della città di Crema al cospetto della città di Lodi. 

Il decreto venne reso pubblico, il popolo prese conoscenza che i testimoni Pasquini, Fasoli e Regazzoni diedero la medesima versione e il tutto corrispondesse alla verità. 

Il senato di Milano, a seguito della documentazione inviata dal Fisco, sostenne che le testimonianze erano state viziate.

Nel 1834, la Regia città di Crema riacquistò le proprietà, ma successivamente il viceré attribuì 1/3 degli spazi interni ed esterni alla Regia città di Crema e i restanti 2/3 allo Stato, ponendo la parola fine alla complessa vicenda.


Nelle foto, TIno Moruzzi e Anna Maria Messaggi