Crema News - Aperta la caccia: in città

Regione, 23 dicembre 2022

(Valentina Ricciuti) Fucili anche in città. L’emendamento Foti (FdI), in via di approvazione con la legge di Bilancio, modifica l'articolo 19 che disciplina gli interventi sugli animali selvatici nel caso questi creino problemi "di suolo, sanitari, selezione biologica, tutela del patrimonio storico-artistico, tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche". La misura è stata raccontata come necessaria per l’emergenza cinghiali ma prevede che il controllo della “fauna selvatica” possa essere esercitato anche nei giorni di silenzio venatorio e che gli animali abbattuti possano essere mangiati.

L’articolo attualmente in vigore prevede che prima di ogni altro intervento siano attuati metodi ecologici e solo se questi si siano rivelati inefficaci si possa poi passare a metodi cruenti, messi in atto solo dalle guardie venatorie o da agricoltori muniti di licenza di caccia. Non dai cacciatori e non in periodi vietati alla caccia.

Cosa accadrebbe con l’approvazione delle modifiche all’articolo 19?

Sparirebbero quasi del tutto i metodi ecologici e potrebbero operare i cacciatori anche in zone vietate alla caccia (aree protette e aree urbane) e in periodi vietati, in barba alla fase riproduttiva della fauna e senza alcuna discriminazione tra specie. Sono del tutto assenti i riferimenti alle direttive comunitarie che regolano la materia. Eppure le direttive Uccelli e Habitat recepite dall’Italia parlano chiaro: niente abbattimenti di lupi ed orsi, specie protette, e tutela dei periodi biologicamente delicati. Oltre a rischiare pesanti sanzioni europee, il fatto che l’esercizio venatorio possa avvenire potenzialmente ovunque rappresenta un rischio per l’incolumità dei cittadini. L’utilizzo di fucili in aree protette, finirebbe per privare gli animali selvatici di quelle forme di protezione chiaramente sancite dall’articolo 9 della Costituzione Italiana.

L’articolo 19ter introdotto sempre con l'emendamento del deputato di Fratelli D’Italia Foti, prevede che il Ministero dell'Ambiente emani un decreto entro 120 giorni con un piano quinquennale straordinario di controllo della fauna, che le regioni dovranno attuare.

L'emendamento che autorizza la caccia in città e nelle aree protette rischia di annullare un secolo di progressi della biologia della conservazione nella nostra penisola. Annulla gli sforzi di tanti scienziati, politici e cittadini italiani che hanno creduto in un Paese in cui l'uomo e la natura potessero convivere, diventando un esempio per il resto del mondo.

Permettere di sparare a un animale selvatico proprio dove dovrebbe essere più protetto, o nei luoghi frequentati dall'uomo, adducendo motivazioni alquanto arbitrarie, è una scelta del tutto sbagliata perché danneggia un già lento e difficile processo di riconoscimento del valore esistenziale del singolo essere vivente e di ciò che rappresenta in quanto selvatico in un mondo sempre più antropizzato e addomesticato.


Nella foto, cinghiali in città