Crema News - Consiglio comunale al rallentatore

Crema, 25 marzo 2023

Dal 26 giugno 2022, data del turno di ballottaggio che ha visto la vittoria e conseguente elezione di Fabio Bergamaschi come nuovo sindaco di Crema, sono trascorsi nove mesi, per la precisione 271 giorni.

In questo lasso di tempo, il consiglio comunale si è riunito solo 11 volte, per un totale di 32 ore. Insomma non proprio una partenza sprint. Se poi togliessimo dal conteggio le quattro sedute dedicate ai giuramenti, all’avvio delle commissioni, al rito delle linee programmatiche e alle nomine, le quattro sedute per discussione e l’approvazione del bilancio, che ha scadenze stabilite per evitare il commissariamento, sono solo tre le sedute (9 ore e mezza) dedicate alla discussione dei temi contingenti dei cremaschi. Insomma, se contassero solo le convocazioni delle sedute dei consigli comunali e gli atti dibattuti nel luogo deputato del dibattito democratico cittadino, potremmo tranquillamente affermare che Crema è una cittadina senza problemi e che in pratica è una macchina che si guida da sola, dove minoranza e opposizione sono un tutt’uno salvo sfumature e esercizi di stile.

Ma di cosa si è discusso in questi mesi? In totale sono state trattate tre mozioni e sette interrogazioni di minoranza e una sola mozione della maggioranza sui diritti delle donne iraniane. Se i consiglieri di maggioranza hanno avuto poco da dire sui temi di Crema, nella minoranza ci si è concentrati sul ponte di via Cadorna, sulla disability card, sulle casette dell’acqua, sulla piscina comunale, sui costi energetici e sui mancati festeggiamenti del 9 novembre, ovvero il giorno della libertà corrispondente alla caduta del muro di Berlino. Temi sicuramente importanti, ma forse un po’ poco per un comune di 35mila abitanti e che ha non pochi grattacapi e cose da gestire. Il Consiglio non ha dato vita a nessuna discussione, per esempio, sulle case popolari, sui numerosi sforamenti dei limiti del tasso d’inquinamento dell’aria, o in merito ai ritardi del cantiere di Crema 2020 (siamo nel 2023) per la realizzazione del sotto passo ferroviario.

Assenti dal dibattito consiliare, a titolo d’esempio, anche la caserma dei pompieri, il velodromo, gli ex stalloni, lo stallo della tangenzialina, la sicurezza di alcune zone di Crema. Nessun confronto con atti ufficiali nemmeno sullo stato di avanzamento ed eventuali dei progetti assegnatari di fondi del Pnrr come il sotto passo ciclabile di viale santa Maria, la riqualificazione del parco della Pierina e dell’area ex università che ha vinto anche il bando Cariplo dei progetti emblematici. E potremmo andare avanti con la lista dei temi dimenticati: nulla sul tema sanitario, sulle case di comunità, sul il futuro del nostro ospedale e sui progetti di area omogenea. Insomma, agli atti formali dell'aula consiliare, il nuovo consiglio sembra preferire il dibattito sulla carta stampata.


Nella foto, la prima riunione dell'attuale consiglio comunale