Crema News - Eppur si muove: la politica e il tribunale

Regione, 28 giugno 2022

Dopo anni di immobilismo e di pressioni sulla politica dei politici perché si facesse qualcosa per il nostro tribunale; dopo aver cercato strade cieche, come l'affitto a una ditta che avrebbe dovuto sistemarlo e trasformarlo in un presidio medico; dopo aver fatto sapere che il comune di Crema non era disponibile a battaglie di retroguardia; dopo averlo proposto alla regione come casa di comunità e aver ricevuto un rifiuto, adesso ci si accorge che forse è il caso di provare a vedere se è possibile riavere il tribunale a Crema.

“Ieri abbiamo votato una proposta di legge al Parlamento per riorganizzare la giustizia di prossimità - comunica Matteo Piloni, consigliere regionale Pd - ripristinando alcuni uffici giudiziari che erano stati chiusi dieci anni fa, in un momento di grave emergenza finanziaria del nostro paese, per contenere la spesa pubblica. Quelle chiusure hanno creato, negli anni, non pochi disagi alle persone e alle imprese in diversi territori della nostra regione". 

Ma non solo perché Piloni ha proseguito: “Oltre a chiedere al Parlamento e al Ministero di riaprire gli uffici giudiziari chiusi dieci anni fa, la Regione Lombardia dovrebbe però impegnarsi a non far chiudere le sedi ancora aperte, agevolando quei comuni che ospitano gli uffici giudiziari là dove sono stati chiusi i tribunali, ma che fanno fatica a sostenerne le spese, per il personale e per il mantenimento della struttura – aggiunge Piloni. - I fondi regionali per la giustizia di prossimità istituiti da Emilia-Romagna e Campania sono un buon esempio di iniziativa regionale per sostenere i comuni e garantire il servizio, presenteremo una proposta in questo senso nel prossimo assestamento di bilancio”.

Tuttavia Piloni torna su un tema ormai chiuso:  “Certo è che se su Crema la Regione avesse fatto quel che è stato più volte promesso dal suo presidente Fontana che poi invece è stato smentito dalla sua competitiva vicepresidente Moratti, e cioè recuperare la struttura a fini sociosanitari, trasformandola in una casa di comunità, oggi avremmo già risolto un grave problema. Ci auguriamo, comunque, che questa proposta, che oggi ha più che altro un sapore demagogico, possa davvero trovare sbocchi costruttivi”.