Rivolta d'Adda, 16 settembre 2019

Questa mattina l’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi ha tagliato il nastro inaugurando ufficialmente un’area di 500 metriquadri dedicata allo sviluppo delle tecnologie microalgali con il nuovo parco bireattori all’interno dell’istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda. Questo centro sarà utilizzato per lo sviluppo di tecnologie e progetti imprenditoriali. Grazie a questo parco lo Spallanzani diventa un centro per lo sviluppo di tecnologie innovative e progetti imprenditoriali basati sull’impiego delle microalghe che rappresentano una risposta alle esigenze del territorio in materia ambientale. Si tratta anche di un’opportunità per integrare il reddito nel settore agricolo, oltre a sviluppare mercati innovativi nel settore dell’economia circolare. Le microalghe rappresentano un vasto e ubiquitario gruppo di microrganismi fototrofi ossigenici (che traggono l'energia dalla luce, ndr), fonte di una grande varietà di molecole bioattive di pregio che offrono l’opportunità di valorizzare la biomassa creata in differenti settori dalla produzione sperimentale di bioplastiche, mangimi per il comparto zootecnico, fitostimolanti nel settore agricolo, estrazione di pigmenti e molecole di pregio da impiegare nel settore cosmetico.

“Il Parco Bioreattori sarà messo a disposizione delle imprese e della comunità scientifica per favorire l’impiego delle biotecnologie microalgali, promuovendo attività di ricerca, di sviluppo e di servizio. – commenta Marina Montedoro, direttore dell’Istituto. Si aggiunge così un nuovo importante servizio a quelli che il Polo delle Microalghe già offre, mettendo a disposizione competenze ambientali, ingegneristiche, biologiche e genetiche ad enti, aziende e privati per servizi di progettazione, consulenza a supporto della coltivazione di microalghe. In questo modo il Polo delle Microalghe diventerà sempre di più un punto di riferimento e di incontro, anche per i giovani imprenditori che intendono attivarsi nei settori emergenti della bioeconomia promuovendo una produzione sostenibile”.

Nella foto, il taglio del nastro