Crema News - Scaduti i termini per l'autopsia in Turchia Crema News

Soncino, 01 luglio 2018

Niente da fare. Anche i 90 giorni dalla data dell’autopsia sul cadavere di Alessandro Fiori, il manager soncinese scomparso in Turchia a marzo e ritrovato morto il 27 di quel mese, sono passati, ma non c’è stata alcuna comunicazione alla famiglia. Che comincia a spazientirsi. “Speravamo in un cenno – dice Eligio Fiori, padre di Alessandro – visto che all’inizio si era parlato di 90 giorni. Invece nulla. Noi non molliamo di certo. Il nostro avvocato a Istanbul è riuscito, grazie a un lavoro certosino, a trovare il ministero che si occupa della faccenda e poi anche del funzionario che ha per le mani la pratica di mio figlio. Detto questo, quando abbiamo fatto presente che i 90 giorni erano trascorsi, ci è stato risposto che i risultati difficilmente arriveranno prima della fine dell’estate”.

Fiori è un po’ avvilito e parecchio contrariato. Adesso spera in una risposta almeno dalla giustizia italiana. L’esame autoptico sul cadavere di Alessandro è stato eseguito il 5 aprile. Ai periti i giudici hanno concesso 90 giorni per consegnare le risposte ai quesiti. Entro il 4 luglio devono dire se hanno terminato oppure chiedere una proroga. Ma qualcosa devono dire. “Il mio sospetto – continua Fiori – è che dalla Turchia si attenda di conoscere i risultati italiani, per evitare di fare brutte figure. Ricordo che la polizia turca non ha mai aperto un fascicolo per omicidio, ma solo per furto, mentre qui in Italia, la Farnesina indaga sull’ipotesi dell’omicidio”.

Una questione sempre più complicata quella che ruota intorno alla scomparsa e alla morte di Alessandro Fiori, il manager 33enne di Soncino partito improvvisamente per la Turchia il 12 marzo, scomparso dopo un paio di giorni e trovato nel Bosforo il 27 marzo morto e con un profondo taglio sulla testa. Nel mezzo, giorni di ricerche da parte del padre e dello zio, il legale cremasco Sergio Fiori, giorni di avvistamenti e di tracce, molte delle quali si sono poi rivelate inattendibili, se non fuorvianti, con il giovane derubato di soldi e carte di credito sin dal primo giorno, senza la possibilità di comprarsi da mangiare e tanto frastornato da essere incapace di arrivare a un consolato o a qualcuno che potesse aiutarlo. Fino al tragico ritrovamento della mattina 28 marzo, data del ritrovamento del cadavere. Da lì tutto è finito nelle mani della polizia turca, che non ha mai creduto in un delitto, per ovvie ragioni, ha fatto eseguire un’autopsia e rispedito il corpo in Italia in condizioni pietose, tanto da rendere difficile l’esame autoptico ordinato dalle autorità italiane. Infine, la cortina di silenzio, mai interrotta nonostante un avvocato turca fosse incaricata di seguire costantemente le indagini. Che, a questo punto, dubitiamo siano state davvero eseguite.

Adesso molto si attende dall’autopsia italiana, anche se per scrivere la parola fine sarà necessario altro tempo. Ma la famiglia Fiori non molla.

Nella foto, Alessandro Fiori, morto in Turchia