Rivolta, 28 marzo 2024 

(Gianluca Maestri) Come capofila di un protocollo d’intera approvato da 38 comuni dell’Area omogenea del cremasco, Rivolta d’Adda si candida a ospitare sul proprio territorio un forno crematorio. Deciderà la Regione che intanto riceverà entro venerdì dall’ente di piazza Vittorio Emanuele III la relativa manifestazione d’interesse, approvata ieri sera dal consiglio comunale. 

Scontato il no dei quattro consiglieri del gruppo di minoranza RivoltiAmo, in quello di maggioranza Rivolta Dinamica si sono registrate le astensioni di Nicoletta Milanesi, capogruppo, e di Monica Bonazzoli. Entrambe hanno detto, in sostanza, di non avere, ad oggi, elementi sufficienti per dire si oppure no al forno crematorio, argomento capace di riempire la sala consiliare, cosa rara in riva all’Adda. 

Per il sindaco Giovanni Sgroi, che ha ricordato come già in passato, per due volte, nel 2017 e nel 2019, la giunta rivoltana a guida Rivoltiamo in quel periodo, approvò una manifestazione d’interesse per la costruzione di un forno crematorio senza passaggi consiliari: “Oggi, recependo un protocollo d’intesa approvato da 38 comuni dell’area omogenea del cremasco, deliberiamo di partecipare ad un bando, dopodiché deciderà la Regione alla quale noi diamo la nostra disponibilità”. “Un progetto -ha proseguito- attualmente non esiste e da adesso fino al momento della decisione da parte della Regione avremo tempo di confrontarci sui pro e sui contro di questo insediamento. Intanto inseriamo nella delibera di stasera un’integrazione affinché la vigilanza, l’attenzione e la valutazione sul forno crematorio siano massime”. 

Dicevamo della contrarietà della minoranza. Okay all’integrazione proposta dalla maggioranza sulla massima attenzione da prestare sul progetto ma il no di fondo è categorico. Secondo Andrea Vergani, che ha citato quanto riportato dal nostro giornale nei giorni scorsi, nemmeno il fronte dei sindaci dell’area omogenea sarebbe unito (“Ci sono 38 delibere di giunta a favore”, ha replicato Sgroi). Per Marta Andreola la maggioranza “avrebbe dovuto convocare un consiglio comunale aperto e dovrebbe avere il coraggio di fare un referendum consultivo”. Per Francesca Mapelli l’amministrazione di Rivolta Dinamica “Da un lato progetta una strada a fortissimo impatto ambientale, dall’altro insiste per partecipare ad un bando ed eventualmente costruire un forno crematorio che inevitabilmente peggiorerà la qualità dell’aria”. Anche la capogruppo Elisabetta Nava, applaudita da una parte del pubblico così come Andrea Vergani, ricordando che già nel 2022 il territorio disse no all’ipotesi di un forno crematorio a Spino si è detta convinta che la giunta Sgroi avrebbe dovuto indire un consiglio comunale aperto su questo argomento.