Crema News - Domenica delle palme

Cremasco, 24 marzo 2024

6 Quaresima B 

 La Parola: ​​Is 50,4-7  Sal 21 Fil 2,6-11 Mc 14,1-15,47

 Dal Vangelo secondo Marco ​​Mc 15,20-33

 Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

Parola del Signore

 

Anche ieri sera, come spesso succede, al concerto in Auditorium si è avvicinato per salutarmi un caro amico che non vedevo da tempo. Sempre bello essere riconosciuti e poter rivedere persone care. Anche Gesù sicuramente avrà apprezzato, anche se un po’ tardivo, il riconoscimento del centurione, esecutore materiale della sua morte, del suo essere Figlio di Dio. Interessante è anche notare le piccole differenze tra i racconti degli evangelisti che mettono in risalto il valore quasi profetico del testo di Marco. Infatti Matteo sottolinea che non solo il centurione, ma tutti i presenti riconoscono il carattere divino di quella morte in croce. Luca invece, quasi consapevole che un centurione romano poco doveva sapere delle pretese messianiche di Gesù si limita a fargli dire che l’uomo in croce era un uomo giusto, quasi un riconoscimento da parte del soldato romano, del modo coraggioso e onorevole di quell’uomo di affrontare la morte per crocifissione, senza piagnucolare o scomporsi in lacrimevoli implorazioni di pietà: davvero onore al giusto morto in croce. Invece Marco, pur riconoscendo che il centurione neanche lo chiama per nome, per lui infatti poteva essere uno dei tanti crocifissi che settimanalmente finivano sul monte Calvario, riesce a far dire al soldato una delle affermazioni più chiare di tutto il Vangelo: è Figlio di Dio.

Purtroppo dobbiamo riconoscere che tanti, anche nostri conoscenti e amici se proprio non hanno ucciso materialmente il Signore Gesù, certamente lo hanno ‘fatto fuori‘ dalla loro vita, non lo riconoscono più come Figlio di Dio loro salvatore e Signore, pieni del proprio orgoglio e della propria libertà di fare e muoversi come se Dio non ci fosse. Pochi hanno il coraggio di maledire o bestemmiare il crocifisso, ma certamente tanti non sanno che farsene della sua morte e del perdono che lui è pronto a dare a tutti. Non scandalizziamoci di questo e non lasciamoci spaventare o peggio ancora indurre a dubitare della nostra fede. Il Signore Gesù, come celebreremo omenica prossima nella santa Pasqua, ha dato la vita perché noi avessimo la vita nella sua risurrezione. Ci ritroveremo presto allora, dopo la tristezza di averlo seguito nella Via Crucis fino alla morte, nella gioia immensa e vera di saperlo vivo accanto a noi e soprattutto in attesa della nostra fede, delle nostre opere e del nostro abbraccio finale quando lo vedremo faccia a faccia nel regno dei cieli.