Crema, 27 aprile 2024

Più di 9000 metri lineari di tubature e guaine contenenti amianto o fibre vetrose classificate con la sigla 'carc 2 h351' ovvero 'sostanze sospettate di provocare il cancro' si snodano nell'ospedale di Crema. Di questi ben 4,5 km nel piano interrato del monoblocco e i restanti al piano -1, nelle ex lavanderie, nel corridoio di collegamento con la palazzina degenze e locali tecnici.

In particolare l'amianto sarebbe presente nel mastice di canalizzazioni, in guarnizioni e coibentazione di tubazioni e falange, 

Ai nove chilometri lineari si aggiungono altri 400 metri quadri tra coperture e guaine nei sotterranei nel comparto di trattamento aria nei box esterni. Questo il risultato di un'indagine effettuata nel settembre 2021 finalizzata a fornite una mappatura dell'amianto e altre fibre vetrose potenzialmente pericolose per la salute ancora presenti nel nosocomio cremasco. Dalle schede in nostro possesso non è possibile ricavare lo stato di conservazione del materiale e la conseguente classificazione del rischio (basso, medio o alto) e se esiste già un piano strutturato d'intervento. Quello che è certo è che per bonificare e mettere in sicurezza tutta la struttura serviranno cifre importanti a oggi non disponibili. L'Asst di Crema ha già richiesto negli scorsi mesi a regione Lombardia lo stanziamento di fondi straordinari per bonificare dall'amianto l'ospedale di Rivolta d'Adda (oltre 1,1 milioni). Negli scorsi giorni sono cominciati i primi lavori di risanamento, ma la programmazione per il completamento di tutti gli interventi necessari dipenderà dalle risorse disponibili.

A questo punto, i sindaci dell'area omogenea e l'Asst di Crema dovranno sicuramente fare squadra, per ottenere dal Pirellone fondi importanti anche per l'ospedale maggiore di Crema.