Crema, 11 marzo 2024
(Annalisa Andreini) Il menu della Quaresima è sempre fonte di dibattiti.
Siamo arrivati alla IV domenica di Quaresima e dovrebbe proseguire il periodo di astensione dalla carne tutti i venerdì e di osservazione del digiuno iniziato con il mercoledì delle ceneri.
Ma è proprio così?
È ancora una regola religiosa così sentita dagli osservanti?
In questi giorni di restrizione oltre all’assenza della carne( “carnem-levare”, ovvero eliminare la carne e tutti gli eccessi legati al Carnevale) si aggiunge anche l’astensione totale dai dolci, dagli alcolici e dai piatti grassi, fritti, opulenti.
Via libera invece al pesce: la spiegazione più probabile sembra legata all’idea della carne rossa come cibo “ricco”, che produce piacere, come ricordava in una famosa opera il filosofo Tommaso d’Aquino, a differenza dei pesci, animali non a sangue caldo. Un tempo la Chiesa prescriveva di eliminare uova e latticini ma ora anche questa regola ecclesiastica è poco considerata. Il tutto per ricordare simbolicamente i quaranta giorni di ritiro di Gesù nel deserto.
Eppure nei ristoranti e nei locali spadroneggiano senza particolari rimorsi salumi, gnocco fritto, carne di maiale e dolci a più non posso, correlati alle varie festività pagane.
Ma cosa si dovrebbe mangiare allora in Quaresima?
Piatti a base di verdure, arricchite magari da un po’ di pangrattato, e di pesce tra cui tinche in carpione, luccio in bianco o baccalá, un pesce povero ma piuttosto saporito, spesso accompagnato dalla polenta o in umido con le patate, altro piatto povero per eccellenza.
Caratteristiche sono le anguille in brodo, che abbondavano nel Serio e nell’Adda, i tenconi e le trote padane lesse. E per la parte più golosa non è concesso proprio nulla? Qualcosa sì a base di noci, mandorle, nocciole, pinoli, zenzero e spezie, che nel nostro territorio sono di casa.
Una curiosità? Il Bianco Mangiare in Quadragesima preparato con “mandorle mondate e mollicha di pane biancho mollata in brodo bianco di peselli”.