Crema News - Un pastore per tutti Don Natale Grassi Scalvini (foto del nostro lettore Diego)

Cremasco, 21 aprile 2024

4 di Pasqua anno B 

 La Parola: ​​At 4,8-12  Sal 117 1Gv 3,1-2  Gv 10,11-18

 Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 10,11-18

 In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Parola del Signore.

 

(Dona Natale Grassi Scalvini) Mercoledì in Auditorium abbiamo avuto come ospite uno scrittore che ha parlato a circa cinquecento studenti di alcune scuole superiori di Crema. Vedendo entrare e uscire in ordine sparso tutti quei baldi giovani e signorine mi son venute subito alla mente le parole del vangelo quando parla delle folle che accorrevano al Signore Gesù come pecore senza pastore.

Proprio oggi, come ogni anno alla quarta domenica di Pasqua, il primo brano evangelico non più riferito a quel giorno dopo il sabato, il giorno della risurrezione del Signore, è proprio quello in cui Gesù si presenta come il buon pastore, indicando chiaramente a tutti che proprio attraverso il dono della sua vita sulla croce egli ha dimostrato di essere il vero e unico buon pastore, che non prende dalle pecore ma che anzi le nutre e per loro è pronto a dare la vita. 

Non dimentichiamo che già ai tempi di Gesù i pastori, sia quelli che davvero stavano con le pecore come quelli che in senso lato guidavano le persone, come i capi religiosi ma anche come i responsabili del bene pubblico e delle nazioni, non godevano di una buona e consolidata fama di essere i veri benefattori delle loro greggi. Spesso infatti le pecore, pur passando tutta la vita a temere il lupo, alla fine di solito vengono mangiate dal pastore. Quindi Gesù scegliendo per sé questo riferimento molto concreto vuole proprio cambiare radicalmente, da lui in poi, il significato e il valore del vero buon pastore: è colui che non prende dal gregge, non si serve delle pecore per stare bene lui e per il proprio tornaconto ma, secondo il suo esempio, è colui che da la propria vita per il bene di tutti. Purtroppo invece abbiamo tutti sotto gli occhi esempi negativi di persone che si servono degli altri per i loro scopi personali, per lo più di benessere economico ma anche di prestigio e di notorietà, come per esempio anche i cosiddetti influencer, o peggio ancora per affermare il proprio potere e dominio sulle persone e i popoli costretti magari a fare o a subire la guerra per interessi superiori.

Credo che nella vita tutti abbiamo bisogno di un pastore, di un vero buon pastore pronto non solo a indicarci la strada buona ma anche a dare tutto se stesso per il bene di ciascuno. Magari tanti non possono neanche scegliere e si son ritrovati in qualche paese o cultura o religione guidati da personaggi tutt’altro che buoni e disposti a rispettare la libertà delle persone e non certo pronti a dare la propria vita per il vero bene di altri. Ma almeno noi, che possiamo scegliere, evitiamo di cadere nelle mani dei mercenari che vogliono solo servirsi di noi per i loro scopi commerciali. Per noi e per i nostri cari scegliamo come vero e unico buon pastore il Signore Gesù, sapendo con certezza quanto lui ci voglia bene e quali siano le sue richieste perche tutti noi possiamo condurre una vita buona, giusta e pacifica, consapevoli di doverci preoccupare anche noi innanzitutto del bene degli altri se vogliamo essere suoi veri discepoli. Non stanchiamoci mai di chiedere a Dio Padre che doni ancora uomini saggi e generosi all’umanità, che sappiano farsi carico delle nostre lentezze e delle nostre paure, capaci di indicarci vie buone e sicure per crescere ogni giorno sempre più da fratelli, disponibili anche a perdere qualcosa di sé per dare coraggio e sostegno ai tanti ancora oppressi dal bisogno. In realtà poidovremmo tutti sentirci chiamati a ricoprire un ruolo del genere per essere il segno attuale della presenza del Cristo risorto che in quanto tale è sempre con noi e rimane nei secoli il vero pastore di tutti noi, colui che ci guida all’incontro definitivo col Padre nel regno dei cieli.