Crema News - Questo è il mio figlio prediletto

Cremasco, 08 gennaio 2023

Prima Domenica ordinaria Battesimo del Signore   anno A

 

La Parola: ​Is 42,1-4.6-7  Sal 28 At 10,34-38 Mt 3,13-17:

 

Dal Vangelo secondo Matteo ​​Mt 3,13-17

 In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore.

 

(don Natale Grassi Scalvini) Il pomeriggio dell’Epifania è stato rallegrato dalla bella funzione in chiesa per la benedizione ai bambini che ha visto anche la sacra rappresentazione degli eventi della natività preparata dalle catechiste con i loro ragazzi. Davvero molto bella e apprezzata anche da me, non tanto per la storia, visto che la conosco molto bene, ma perché dopo diversi anni di scenette mute, con voci fuori campo, stavolta i protagonisti si son impegnati a imparare le parti per una recitazione dal vivo. Finalmente i personaggi parlavano e non erano solo marionette.

Anche il Vangelo di questa prima domenica ordinaria, che ricorda come ogni anno il Battesimo di Gesù al Giordano, si caratterizza per le parole dei personaggi. Non mi riferisco ovviamente al dialogo tra Gesù e Giovanni il Battista, ma alla voce, che finalmente, dopo le parole e gli annunci degli Angeli, si sente anche nei racconti del Vangelo: quella di Dio Padre in persona. Oltretutto sappiamo bene che in tutti i Vangeli in effetti Dio Padre parla molto poco e le parole che dice riguardano sempre lo speciale rapporto con Gesù: questo è il mio figlio prediletto. Motivo quindi di grande gioia non è solo sentire direttamente la voce del Padre celeste ma soprattutto che le sue parole confermano quanto noi crediamo, perché la nostra fede nel Figlio di Dio incarnato trova la sua conferma proprio in questa testimonianza diretta, espressa in modo davvero ufficiale.

Se infatti pensiamo ai racconti ascoltati nei giorni passati riguardo alla nascita di Cristo, ricorderemo senz’altro tutti che si parlava espressamente solo di segni e anche il bambino stesso, adagiato nella mangiatoia, era semplicemente un segno per i pastori che commentavano poi i grandi avvenimenti annunciati e visti, così come la Vergine Maria custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Ora non è più tempo di segni; in un attimo ci troviamo catapultati all’inizio dell’opera salvifica di Cristo e la voce del Padre interviene per sancire in modo definitivo la presenza del Messia in mezzo agli uomini. 

Se in qualche momento ci siamo lasciati toccare dal pensiero che i racconti natalizi fossero un po’ sempre avvolti nel mistero e in un regime di segni con scarsità di testimonianze e anche qualche disaccordo tra i due evangelisti che li han scritti, ora dobbiamo riconoscere che la Parola del Padre ci consegna un compito preciso e definito: accogliere, ascoltare e seguire il Figlio suo, presente in mezzo a noi. Proprio noi che, dopo questi giorni di festa, stiamo per ributtarci nel ritmo vorticoso, sempre di fretta, dei nostri impegni di lavoro o di studio, corriamo il rischio di lasciarci andare alla superficialità e di non essere mai pronti a prendere sul serio l’evento Gesù e la sua opera di salvezza a favore di tutti gli uomini, mancando così l’appuntamento decisivo con la storia di salvezza, nostra personale e di tutti gli uomini. 

Non togliamo la nostra attenzione e impegno dalle molte attività quotidiane ma sforziamoci però di lasciarle illuminare dalla fede nel Figlio di Dio incarnato, perché tutto ciò che noi siamo e facciamo venga guidato e confermato dal dono dello Spirito, che ci rende partecipi, insieme alla Vergine Maria, del progetto del Padre, di costruire già ora in mezzo agli uomini, il suo regno universale di giustizia e di pace. Iniziamo proprio oggi il cammino liturgico ordinario delle Domeniche che anche quest’anno ci guiderà al compimento nella festa di Cristo Re, viviamolo con coerenza e fedeltà sempre in attesa di goderne pienamente i frutti nel regno dei cieli.


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini